Politica

Oliviero Toscani: «La Sicilia è ancora mafiosa, ci vorrà qualche generazione»

Oliviero Toscani torna a parlare della Sicilia e, in generale dell’Italia, con l’inconfondibile tono che lo contraddistingue. Il fotografo italiano ad aver guadagnato di più al mondo, ha compiuto 80 anni e non le manda a dire. È proprio lui ad inaugurare il nuovo format MOW: tutta la redazione contro un personaggio. Cosa ha detto.

Oliviero Toscani, dalla “Sicilia mafiosa” ai fotografi di guerra

Il fotografo ha risposto alle domande della redazione: da Putin a Giletti, passando per Draghi, è arrivato così a parlare della «Sicilia ancora mafiosa» e di quelli che definisce gli «inutili» fotografi di guerra.

Oliviero Toscani, classe 1942, ha appena pubblicato la sua autobiografia, “Ne ho fatte di tutti i colori”. A MOW ha spiegato la sua visione della società: «Abbiamo deciso di delegare, e dare in mano, le nostre vite, politicamente e quindi economicamente e culturalmente, ai banchieri. Perché abbiamo deciso che i soldi sono la cosa più importante. La cosa più importante per noi è: il denaro. Siamo veramente dei venduti, tutti: siamo dipendenti dal denaro».

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Parlando delle fotografie che ha realizzato per diverse campagne pubblicitarie, ha spiegato: «Non ho mai venduto niente, piuttosto ho affrontato argomenti spinosi, mica ho fatto lo spot delle caramelline. È che voi volete per forza collocare tutto in compartimenti stagni, ragionevolmente e mediocremente comprensibili».

Quindi il passaggio all’argomento “politica“. Quando gli è stato chiesto chi è il politico più ridicolo, ha risposto: «Noi che li votiamo». Negli anni in cui Vittorio Sgarbi era sindaco di Salemi, in provincia di Trapani, Oliviero Toscani è stato assessore.

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E, proprio ricordando quell’esperienza, ha detto: «Assessore alla cultura, però non ha funzionato. C’era Philippe Daverio… Eravamo delle persone che non andavano bene in un Paese mafioso come l’Italia. Sì, la Sicilia è mafiosa, ancora adesso, e ci vorrà qualche generazione. Ma l’Italia intera è mafiosa, siamo mafiosi e fascisti. Questo è un paese fascista».

Redazione