La storia della Sicilia è ricca di misteri e avvenimenti affascinanti, che sembrano usciti da un romanzo. Al Museo del Prado di Madrid, ad esempio, è conservato un quadro che dovrebbe trovarsi a Palermo, ma che a Palermo è rimasto per un breve periodo. Si tratta dello Spasimo di Sicilia, commissionato dal monastero olivetano di Santa Maria dello Spasimo del capoluogo, da cui prende il nome. Venne realizzato a Roma, da Raffaello Sanzio e, secondo diversi studiosi, da alcuni aiutanti della sua scuola, intorno al 1517. Il dipinto, che riporta in primo piano la firma “Raphael Urbinas”, descrive il momento in cui Gesù si avvia al Calvario, circondato dai soldati e da Maria, con Maddalena e altre donne. È una scena dalla grande forza espressiva.
L’opera partì da Roma via mare e a descriverne le vicende fu Giorgio Vasari. L’imbarcazione non arrivò in Sicilia, a causa delle condizioni meteorologiche terribilmente avverse. Venne recuperata a Genova: incredibilmente non riportò alcun danno: “sino alla furia de’ venti e l’onde del mare ebbono rispetto alla bellezza di tale opera”, scrisse Vasari. I genovesi furono fortemente attratti dal quadro e da quel ritrovamento così miracoloso. I committenti chiesero l’intercessione di Papa Leone X per riaverlo indietro e, solo dopo una serie di trattative, arrivò finalmente a Palermo.
Sembrerebbe che tutto si fosse concluso con un lieto fine, ma non è così. Il quadro venne posto nella Chiesa dello Spasimo, in una cornice marmorea realizzata da Antonello Gagini. Nel Seicento, però, venne venduto – o forse donato – dal vicerè siciliano al Re Filippo IV di Spagna, che lo collocò dentro il monastero dell’Escorial a Madrid. Nell’Ottocento Napoleone portò con sé il dipinto a Parigi e, alla fine dell’era napoleonica, l’opera fece ritorno in Spagna, dove splende nella collezione espositiva del Prado di Madrid.
I monaci dello Spasimo, dopo la firma dei Patti Lateranensi, avviarono una rivendicazione nei confronti della Spagna, ma il quadro rimase lì. I misteri dello Spasimo di Sicilia non si fermano qui. Il dipinto, infatti, ha generato molte copie e versioni sparse per l’Europa. In Sicilia sono degne di menzione quelle di Jacopo Vignerio, che si trova nella chiesa di San Francesco d’Assisi di Catania, e quella esposta al Museo Diocesano di Caltanissetta. Proprio quest’ultima porta una firma “R.Urbinas” e in tanti credono si tratti dell’originale versione dello Spasimo di Sicilia, che non avrebbe mai lasciato l’Isola. Le analisi inducono gli esperti ad affermare che si tratti una copia ma, nonostante tutto, il quadro continua a essere avvolto da un affascinante (e indissolubile) alone di mistero.