È una delle attrazioni più note di Sicilia: l’Orecchio di Dionisio, o Orecchio di Dionigi, si trova a Siracusa. È una grotta artificiale ricavata nella vecchia cava del complesso della Latomia del Paradiso, nei pressi del Teatro Greco.
Il suo nome si deve, Michelangelo Merisi detto Il Caravaggio, celebre pittore del Seicento. Rifugiatosi a Siracusa dopo la fuga da Malta, pensò immediatamente che la cava potesse corrispondere a quella usata dal tiranno per tenerci i suoi prigionieri.
La particolare conformazione del luogo faceva supporre che la sua acustica potesse servire al tiranno per ascoltare tutti i discorsi dei suoi prigionieri.
Le Latomie del Paradiso sono solo alcune delle importanti cave di pietra che vennero sfruttate nell’antichità a scopi edilizi. All’interno del Parco della Neapolis ci sono infatti altre cavità di roccia calcarea, come la Latomia dell’Intagliatella e di Santa Venera.
Assume le stesse caratteristiche, anche la Latomia minore sita nella Riserva di Vendicari, probabilmente a uso dell’antica città di Eloro, sempre in provincia di Siracusa.
Le cave della Latomia del Paradiso, sono state importanti per la costruzione del quartiere della Neapolis e successivamente, delle mura della città. Si suppone che fossero già conosciute nel V secolo a.C.. Non si hanno notizie storiche della loro presenza e utilizzo, se non a partire dall’epoca Romana.
Molto spesso queste cave, fredde d’inverno e torride d’estate, venivano utilizzate come prigioni. A seguito della spedizione ateniese in Sicilia, esse divennero il luogo in cui furono incarcerati i soldati ateniesi sconfitti.
Si narra che questa potesse essere la cava da cui Platone trasse il famoso ‘mito della caverna’, raccontato nei libri della “Repubblica”.
Alta fino a 35 metri e profonda 65, la cava Orecchio di Dionisio è in grado di amplificare i suoni fino a 16 volte. Secondo alcuni l’acustica del Teatro Greco avrebbe risentito positivamente della presenza della cavità. Con la sua particolare conformazione, arriva a porsi proprio sotto la cavea del teatro.
Del complesso della Latomia del Paradiso fa parte anche la Grotta dei Cordari, una grande cavità artificiale poggiata su pilastri sottili di pietra naturale. Si dice che qui venne rinchiuso il poeta Filosseno, per aver avuto la colpa di non apprezzare le opere letterarie del tiranno.
Secondo le ricostruzioni del filosofo Claudio Eliano, in quella grotta, Filosseno realizzò il suo componimento intitolato “Ciclope”. Del parco archeologico della Neapolis, fa parte anche la Grotta del Salnistro. La denominazione deriva dalle colorazioni delle sue pareti, simile alle sfumature del minerale salnitro. Essa si formò naturalmente dopo un crollo avvenuto nelle latomie.
Dalle Latomie siracusane rimase colpito anche il celebre poeta Salvatore Quasimodo, il quale dedicò loro un componimento raccolto in “Erato e Apollion”, nel 1963. Presso l’Orecchio di Dionisio, Caravaggio avrebbe ambientato il suo olio su tela del 1608, “Seppellimento di Santa Lucia”. Il dipinto è oggi conservato presso la chiesa di Santa Lucia alla Badia, in Piazza Duomo a Siracusa.
Autore | Enrica Bartalotta
Foto in anteprima di Pietro Salemi.