Luca Zingaretti debutta su Sky con “Il Re” e racconta il personaggio di Bruno Testori. L’attore ha legato indissolubilmente il suo nome a quello di Salvo Montalbano, che ritorna nei suoi pensieri anche quando parla della nuova serie tv.
Esce il 18 marzo su Sky Atlantic, disponibile on demand su Sky e in streaming su NOW, “Il Re“, fra i primi prison drama italiani. Il protagonista è Luca Zingaretti e, nel cast, c’è anche l’attrice siciliana Isabella Ragonese. Gli otto episodi sono diretti da Giuseppe Gagliardi.
Zingaretti veste i panni del controverso direttore di un carcere di frontiera (Bruno Testori), sovrano assoluto di una struttura – il San Michele – in cui nessuna delle leggi dello Stato ha valore, perché il bene e il male dipendono unicamente dal suo giudizio. Isabella Ragonese interpreta un’agente della polizia carceraria del San Michele.
«Ogni volta è la stessa emozione – racconta l’attore a Fanpage.it – e in alcuni casi come questo, anche di più. È un broadcast nuovo per me, è diversa la fruizione del pubblico, che non è obbligato a sintonizzarsi a una data ora ma può vedere la serie quando vuole. È un personaggio molto sfaccettato e complesso e spero non solo di averlo reso, ma soprattutto che il pubblico si appassioni a questa storia».
«A me interessava raccontare la parabola di Bruno – dice l’attore – Quest’uomo che nel mezzo del cammin di nostra vita, si vede affidata una missione, che diventa poi un’ossessione. E Bruno, un po’ alla fine, si perde. Se tu dai tanto potere nelle mani di una persona sola, è facile che questa persona perda il controllo della situazione».
L’intervista è anche l’occasione per ricordare un personaggio molto caro all’attore: il commissario Salvo Montalbano. Per decenni, infatti, è stato Luca Zingaretti a dare un volto televisivo al mitico protagonista della fiction di Rai1.
«Non ho nessun desiderio che il personaggio di Montalbano venga dimenticato. È stata un’epopea meravigliosa, che ci ha portato dei frutti pazzeschi, una cavalcata trionfale. Sono ben felice di averlo fatto e ben felice di averlo fatto per così tanto tempo», ha detto.
Quindi ha aggiunto: «Detto questo, qui ci si muove in tutt’altro ambito. Camilleri ambientava le sue storie in una Sicilia fiabesca, una commedia dell’arte, che lui utilizzava per esprimere la sua visione della vita. Qua, al contrario, parliamo di dinamiche reali, di vita vera e cruda. E lo facciamo senza sconti».