Vietato sbiancare i calamari con l’acqua ossigenata. È l’ultimo divieto imposto dall'Unione Europea all’Italia. Nel nostro paese questa è una pratica autorizzata da una circolare del ministero della Salute che consente, appunto, l’uso di "soluzioni acquose contenenti perossido di idrogeno, come coadiuvante tecnologico, nella lavorazione dei molluschi cefalopodi eviscerati da commercializzare decongelati o congelati".
In pratica la H2O2, spiega "La Stampa", si usa per dare un maggior senso di freschezza a polpi, totani, calamari e seppie presenti nei mercati così da ingannare il consumatore che non riesce a distinguere un pesce trattato da uno fresco. La Commissione Europea rileva che "agli Stati membri incombe la responsabilità di far efficacemente rispettare la legislazione unionale relativa alla filiera alimentare, che comprende anche norme applicabili all’uso degli additivi alimentari" e perciò "inviterà le autorità italiane a fornire informazioni quanto all’autorizzazione dell’uso di soluzioni acquose contenenti perossido di idrogeno nel trattamento di cefalopodi eviscerati", dice in risposta a un’interrogazione dell’eurodeputata dem Renata Briano.
Uno studio universitario commissionato dalla ong Oceana ha rivelato che, nei ristoranti di Bruxelles, quasi un piatto di mare su tre non è taroccato, soprattutto se presentato come sushi e sashimi. L’europarlamento invita i governi a tracciare i prodotti che arrivano sulla nostra tavola dato che, secondo l’ultima analisi compiuta dall’Ue, nel 2015 il pesce frode è stato servito nel 6% dei casi, con punte del 27% a Malta.
Per la Briano la mossa della Commissione non basta. "Dato che nell’UE esiste la libera circolazione delle merci, per ragioni di equità e di trasparenza ho già depositato una nuova interrogazione dove chiedo che le regole vengano fatte rispettare non solo in Italia, ma anche in Spagna e negli altri Stati membri, in modo da evitare l’arrivo nei banchi e nei frigoriferi italiani di molluschi trattati con acqua ossigenata all’estero", ha spiegato Renata Briano.