Presso il territorio di Favignana sorge l’Ex Stabilimento Florio delle tonnare di Favignana e Formica. Magazzini, uffici, ‘galleria delle macchine’, malfaraggio: 32 mila metri quadrati di grandi archi e soffitti in tufo di Favignana con annesso stabilimento per la conservazione del tonno. Oggi sotto il controllo della Sovrintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Trapani.
La pesca del tonno ha origini molto antiche, la mattanza in particolare, è una tecnica tradizionale legata alla pesca del tonno, sviluppatasi soprattutto sulle coste di Trapani.
Le prime testimonianze si hanno con l’arrivo degli Arabi, che lasciarono poi il passo agli spagnoli.
Il periodo più florido per le tonnare italiane e in particolare siciliane, fu sicuramente quello dell’Ottocento, quando la famiglia Florio iniziò a possedere diverse tonnare siciliane. Nel 1841, la famiglia Florio rilevò la tonnara di Favignana dalla famiglia Pallavicini di Genova; iniziò così un commercio che portò ben presto all’espansione della struttura. Nel 1874, l’architetto Giuseppe Damiani Almeyda si occupò di ampliare e ristrutturare la tonnara, inserendo così lo stabilimento per la cottura e la conservazione del tonno; il metodo era rivoluzionario: il tonno veniva messo a cuocere in grandi caldaie e poi fatto asciugare all’aria, dopodiché veniva stipato in piccole scatole di latta e conservato sott’olio.
Oggi, la mattanza non viene più praticata, ma sono molti i luoghi di Sicilia il cui paesaggio è stato modificato e modellato dalla presenza delle tonnare. Da lontano, è ancora visibile la struttura della tonnara dell’Isola di Formica; suggestiva è anche la struttura della tonnara di Marzamemi, di Capo Passero (Siracusa), e le rovine dell’antica tonnara di Punta Tipa; nonché le ancore trascinate sulla spiaggia, a testimonianza della mattanza in voga presso le tonnare di Bonagia e San Cusumano, sempre nel trapanese.
Fu il proprietario della tonnara di San Cusumano, Nino Castiglione, ad appropriarsi, nel 1985, anche della tonnara di Favignana. Nei primi anni del Novecento, lo Stabilimento Florio fallì e la tonnara passo prima nelle mani dell’IRI, poi in quelle dei genovesi Parodi e infine di Castiglione.
Dal ’91, la tonnara appartiene alla Regione Sicilia che, dopo i lavori di ristrutturazione durati sette anni, si è incaricata della riapertura dei battenti nel 2010, in veste di museo multimediale. Dell’ex stabilimento è ancora possibile visitare la caldaie per la cottura del pesce, la ‘camera dell’olio’, nonché far parte dei diversi percorsi etno-culturali attivati per l’occasione, come ad esempio quello dedicato ai numerosi reperti archeologici trovati nelle Isole Egadi, a testimonianza che la pesca del tonno rosso veniva praticata in questi luoghi già nella preistoria.
Autore | Enrica Bartalotta
Foto di Simona Ferraro