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Mago Forest: “Adoro Nicosia, le radici nella mia Sicilia sono profonde”

“Ogni volta che torno a casa, vado nella stazione di Pirato, sotto Leonforte, da dove sono partito, squattrinato, con la mia valigetta, con i miei sogni”. Lo ha raccontato il Mago Forest, al secolo Michele Foresta, in un’intervista in cui ha rimarcato il forte legame con la Sicilia e i suoi luoghi d’origine.

Rispondendo alle domande de La Sicilia, ha parlato della sua vita privata e professionale. Ha cominciato dalle origini e dai primi palcoscenici calcati proprio sull’isola. Poi, a 20 anni il trasferimento a Milano, ospite di alcuni zii e l’incontro con il mondo di Zelig, iconico locale, e con artisti come Gino e Michele: “A me sarebbe bastato anche lavorare dietro le quinte, respirare quell’aria”.

A “Indietro tutta” ha conosciuto Renzo Arbore e Nino Frassica: con quest’ultimo si è creato un rapporto di amicizia, “È stato molto generoso con me, ho imparato tanto”, ha rivelato Foresta. La svolta però è arrivata dopo, quando Zelig è arrivato in tv: “Ho iniziato a capire che poteva essere il mio lavoro. E a Zelig c’è stato, fortuitamente, l’incontro con i Gialappi con cui lavoro dal 2001″.

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Tornando alla sua terra d’origine, il Mago Forest ha detto: “La Sicilia mi piace tantissimo, penso che sia uno dei posti più belli del mondo. Potrei citare i Templi di Agrigento, la bellissima Palermo o Taormina, Ortigia, le isole Eolie, tanta bellezza tutta concentrata in una regione. Adoro la Sicilia”. Il suo piatto del cuore sono le polpette della mamma: “Sono insuperabili, col sugo o in bianco”.

Quando gli viene chiesto qual è il suo luogo del cuore, non ha dubbi: “La mia Nicosia, dove abitano mia mamma, mia sorella, i miei nipoti, gli amici di sempre. Sono stato vent’anni a Nicosia, venti a Milano, venti in Veneto, la terra di mia moglie. Mi sento un po’ un siculo lombardo-veneto, ma le radici nella mia Sicilia sono profonde. Torno spessissimo. Finisco le puntate e l’indomani mi catapulto. Passo tutte le feste, le vacanze a Nicosia, vado a vedere il presepe vivente nell’orto dei monaci, per me sono riti irrinunciabili. Vado nella casa dove sono cresciuto. Il luogo dell’anima è quello“.

Redazione