Sono annegante rapidamente le due donne e la bambina di 7 anni rimaste bloccate in una Y10, con a bordo complessivamente sette persone, travolta dalle acque mentre stava attraversando il corso del fiume Asinaro, nel Siracusano. E’ quanto accertato dal medico legale, Francesco Coco, che ha eseguito l’ispezione cadaverica sulle salme nell’ospedale Umberto I di Siracusa. Secondo quanto si e’ appreso, il medico avrebbe ritenuto esaustivo l’esame esterno e non sara’ quindi necessario il ricorso all’autopsia. La valutazione definitiva spetta alla Procura di Siracusa che potrebbe rilasciare nel pomeriggio il nulla osta per la restituzione dei corpi alle famiglie.
LA TESTIMONIANZA DEL CONDUCENTE – ”Non ha visto alcuna situazione di pericolo” nel passare il fiume Asinaro, che “mezz’ora prima un altro familiare aveva guadato senza problemi”. Cosi’ Antonino Restuccia, 32 anni, il conducente della Y10 in cui sono rimaste incastrate due donne e una bambina di sette anni morte annegate, si e’ difeso dall’accusa di omicidio colposo plurimo per cui e’ stato arrestato ieri dalla polizia su disposizione della Procura di Siracusa. La sua posizione e’ resa nota dal legale di fiducia, l’avvocato Paolo Signorello, sottolineando che “non avrebbe commesso l’imprudenza perche’ lui stesso sarebbe stato il primo a rischiare la vita”. “Subito dopo l’incidente – aggiunge il penalista riportando la ricostruzione di Restuccia – lui si e’ subito prodigato, e’ stato lui a rompere il vetro laterale dell’auto per fare uscire gli altri passeggeri, soccorrendo i quattro sopravvissuti, e ha tentato di portare fuori dalla vettura anche la bambina, non c’e’ riuscito perche’ l’acqua ha invaso la Y10″. Diversa la tesi dell’accusa, sostenuta dalla polizia e dalla Procura di Siracusa, che parla di “negligenza totale” in una zona dove “non bisognava passare, neppure con un mezzo anfibio”.
Peppe Caridi