Il viaggio alla scoperta dei migliori vini siciliani non si ferma mai. La nostra Isola e le sue isole minori sono terre di straordinari vitigni. In alcune località, come le Isole Eolie, la viticoltura è espressione di forza e tenacia. Non è sempre facile fare crescere uve strepitose, ma la caparbietà tutta siciliana ha saputo creare anche alcune etichette di gran pregio. Tra i prodotti più famosi c’è, senza ombra di dubbio, la Malvasia delle Lipari.
Questi vini nascono da un territorio inserito tra i Patrimoni dell’Umanità Unesco, cioè l’arcipelago delle Eolie. La denominazione è stata una delle prime DOC a essere riconosciuta nella nostra regione, nel 1973. Include un’area che copre tutto il territorio dell’arcipelago ma, nonostante il nome, è a Salina che si concentra la produzione. Per potersi definire tale deve appartenere alle categorie Bianco, Passito o Liquoroso ed essere ottenuto dalle uve del vitigno “malvasia di Lipari”, per un massimo del 95%, e dalle uve del vitigno “Corinto nero”, in percentuale dal 5 all’8%. Andiamo, dunque, alla scoperta di questa eccellenza.
Il vitigno Malvasia di Lipari è a bacca bianca e appartiene alla grande famiglia delle Malvasie. Questa comprende molti vitigni, diffusi in diverse zone dell’Italia, che hanno tratti comuni, come la dolcezza e gli aromi di muschio e albicocca. Il nome deriva da “Monembasi”, “Menemvasia” o “Monovaxia”, cioè “porto con un’unica entrata”. Erano questi i nomi di una città del Peloponneso in cui si producevano vini dolci. A portare il vitigno alle Eolie potrebbero essere stati i Micenei (nel XVI-XIV secolo a.C. intrattenevano stretti rapporti con la popolazione delle isolette siciliane) o i Greci Cnidi (nel 1580 a.C. colonizzarono le Eolie).
I vitigni Malvasia di Lipari e Corinto Nero si coltivano in zone di pendenza, a un’altitudine che può superare i 400 metri sul livello del mare. Sono i caratteristici terrazzamenti contenuti da muretti a secco di pietra lavica. I suoli vulcanici sono ricchi di sali minerali e donano ai vini Malvasia delle Lipari acidità e dolcezza. Intorno alla fine del XIX secolo conobbero grande popolarità. Nel 1890 lo scrittore francese Guy de Maupassant ne parla così: “mentre tornavo, avevo scoperto dalla barca un’isola nascosta dietro Lipari. Il battelliere la chiamò Salina. Lì si produce il vino di Malvasia. Volli bere […] una bottiglia del celebre vino […]. È proprio il vino dei Vulcani, denso, zuccherato, dorato […]”.
Come abbiamo anticipato, esistono tre tipi di Malvasia delle Lipari: Bianco; Passito (da uve sottoposte al tradizionale appassimento naturale al sole su graticci di listarelle di canne per 10-20 giorni, con titolo alcolometrico volumico totale minimo di 18,00%, un residuo in zuccheri naturali non inferiore al 6%. Può essere chiamato vino “dolce naturale”); Liquoroso (con titolo alcolometrico totale minimo di 20% e un residuo zuccherino non inferiore al 6%, con 6 mesi di affinamento).
Il colore della Malvasia siciliana è giallo dorato, mentre l’aromaticità è spiccata e tipica, con sentori di albicocca, miele, eucalipto e muschio. Il sapore è dolce, ma non stucchevole. Vellutata, armonica e morbida, è più intensa nelle versioni passito e liquoroso. Si sposa benissimo con i dolci ed è perfetto come vino da meditazione.
Le Malvasie sono un ampio ed eterogeneo gruppo di vitigni, coltivati in particolare nel bacino del Mediterraneo. Il primo documento che cita il vino Malvasia è del 1214, quando un cittadino di Epheso (Grecia), riferisce di vino chiamato Monovasia o Monemvasias. La diffusione di questo nome è legata al commercio del vino durante il Medioevo, realizzato soprattutto da Veneziani con la denominazione di Vinum de Malvasie. A quei tempi questo nome identificava i vini dolci ed aromatici provenienti dalla Grecia, senza alcun riferimento a specifici vitigni. La crescente domanda di questo tipo di vino dal Nord Europa e la perdita della produzione di Malvasia greca, al seguito della conquista della Grecia da parte dell’Impero Ottomano, hanno fatto sviluppare dei nuovi centri di produzione lungo le rotte marittime del Mediterraneo.
Nonostante il nome, la Malvasia è coltivata soprattutto sull’isola di Salina ed è poco coltivata a Lipari e Vulcano. È presente anche in alcuni vigneti del messinese e del catanese. Si coltiva, inoltre in Sardegna, Spagna e Croazia sempre in piccole aree.
È una varietà aromatica del tipo Moscato.