Mandarino siciliano, storia e curiosità.
- L’introduzione del mandarino in Sicilia risale agli inizi del 1800.
- Forse non tutti lo sanno ma, in un primo momento, la pianta fu coltivata come albero ornamentale.
- Solo dopo la metà dell’Ottocento sorsero i primi impianti commerciali.
Gli agrumi siciliani sono un’eccellenza del territorio ben nota in tutto il mondo. Si parla molto di arance e limoni e un po’ meno dei mandarini che, tuttavia, non hanno nulla da invidiare ai primi due. Anzi, forse dovrebbe essere il contrario, come scoprirete andando avanti nella lettura. Ricostruire la storia di questo agrume è molto interessante. È originario della Cina e il suo albero appartiene alla famiglia delle Rutaceae. Alcuni botanici ritengono che i mandarini siano anche più antichi di arance e limoni. Oltre alle ben note proprietà organolettiche (merito di oli essenziali, vitamine e flavonoidi) possiede anche proprietà simboliche.
La storia
Il termine “mandarino” deriva, infatti, dal colore dell’abito dei dignitari imperiali dell’antica Cina, che interpretavano i voleri del cielo e li trasmettevano all’imperatore. Furono i portoghesi a coniare la parola mandarim volgarizzando il sanscrito mantrim, che significa ministro e a sua volta deriva addirittura da mantra. In realtà il termine originale cinese era Guan e designava il dignitario addetto alla riscossione dei mandarini di grossa taglia, offerti come prezioso tributo all’imperatore. Il termine, in seguito, passò a indicare anche la lingua, altrettanto elitaria, del Nord della Cina.
L’albero di mandarino è stato importato dagli inglesi in Europa intorno ai primi decenni dell’Ottocento. All’inizio veniva utulizzato come pianta ornamentale, a Malta, a Palermo e a Trapani, poi anche a Napoli, in Sardegna e in gran parte dell’Italia meridionale. Fu dopo la metà dell’Ottocento che se ne capì tutto il potenziale. Il suo profumo è persistente e inconfondibile, l’aroma dolce, ma con un gradevole tocco aspro. Fu questo agrume a ispirare bevande iconiche come il punch al mandarino o il mandarinetto. Il sapore è molto gradevole e zuccherino. Il frutto ha una particolare azione sedativa sul sistema nervoso, poiché contiene più bromo dell’arancia. Si utilizza ampiamente per la preparazione di dolci, come crostate e gelatine, ma anche budini e mousse.
Il tardivo di Ciaculli
Tra i mandarini siciliani si distingue il Tardivo di Ciaculli, prodotto nell’omonima frazione di Palermo. È chiamato anche “marzuddu”, ovvero con maturazione in Marzo in contrapposizione alla varietà del primintivu, ovvero precoce. Il termine tardivo sta ad indicare che la sua produzione avviene in ritardo rispetto a quella degli altri agrumi congeneri. Il frutto è una varietà endemica e non è realizzato da innesti o da operazioni di ingegneria genetica. Possiede un forte aroma, un elevato contenuto zuccherino ed ha la buccia molto sottile. La produzione è limitata a circa 200 ettari facenti capo a piccoli proprietari riuniti in un consorzio.