Il mandarino tardivo di Ciaculli è un prezioso agrume del territorio siciliano. Più precisamente viene coltivato in una frazione di Palermo; per tale ragione prende il suo nome da qui. Si tratta di un prodotto inserito fra i presidii Arca del Gusto di Slow Food. Una delle caratteristiche che non passa inosservata è il suo nome il quale sta ad indicare che la sua produzione avviene in ritardo rispetto a quella degli altri agrumi congeneri.
Mandarino tardivo di Ciaculli: tutte le sue proprietà
Caratteristiche esteriori visibili, che lo rendono facilmente riconoscibile, sono la forma leggermente schiacciata e la superficie della buccia liscia, poco rugosa. All’interno della frazione palermitana di Ciaculli e di Croceverde Giardina, vengono coltivati quasi totalmente a mandarini che matura più tardi da gennaio a marzo.
Presenta pochissimi semi e il suo gusto particolarmente dolce lo rende un agrume decisamente più fresco. Il mandarino tardivo di Ciaculli è succoso e ha un alto tenore zuccherino. Spesso viene utilizzato per svariati prodotti locali: granite, gelati, gelatine, spremute, liquori e, con l’aggiunta di un po’ di succo di limone, marmellate.
Mandarino tardivo di Ciaculli: la sua varietà
La varietà da cui è nato il mandarino tardivo si chiama Avana. Ha forma schiacciata, pochi semi, buccia giallo-arancio, molto sottile e profumatissima. Il gusto è leggermente dolce rispetto alla stessa tipologia che si trova in altre zone.
Studi sul mandarino tardivo
Sembrerebbe che alcuni studi abbiano portato avanti la tesi che gli oli estratti dalla pianta di mandarino aiutano a contrastare il dolore, l’ansia e la nausea. Inoltre per la presenza di Vitamina C, questo frutto aumenta le difese immunitarie.
Secondo uno studio pubblicato nel 2006 sul Journal of Food Composition and Analysis, i mandarini hanno un livello di esperidina più alto rispetto agli altri agrumi. Questo composto lavora in sinergia con la vitamina C e favorisce la produzione di collagene, una sostanza molto importante per il sostegno strutturale della pelle, contrastandone l’invecchiamento.
Anche la buccia ha incredibili proprietà antiossidanti dal momento che contiene il limonene. Dunque non bisogna gettarla soprattutto se si vuole cucinare la marmellata. A meno che sia stata trattata con sostanze chimiche.