Ad Avola si coltiva in modo particolare una delle tre varietà di mandorla d’Avola, La Pizzuta d’Avola.
La rinomata pasticceria siciliana è particolarmente legata a questo frutto che, molto nutriente e versatile, viene utilizzato in molti prodotti: primo fra tutti il marzapane.
Preparazione dolciaria di pasta di mandorle, il marzapane è particolarmente diffuso non solo in Sicilia, ma anche in Calabria, Puglia e Campania; fino a toccare Toscana e Liguria.
In Sicilia in particolare, è entrato nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani, con il nome di frutta Martorana, un tipico dolce agrigentino, palermitano, trapanese, a base di mandorle e zucchero, che vengono arrangiati in forma di frutto; viene realizzato in occasione della Festa dei Morti, ma ha origine antichissime, risalente al tempo in cui erano i conventi a produrre dolci.
La Pizzuta d’Avola è tipica di tutto il Val di Noto. La sua fioritura inizia in gennaio mentre il frutto arriva a essere pronto non prima della metà di luglio e fino alla prima settimana di agosto. Essa è stata selezionata dal botanico Giuseppe Bianca, del quale abbiamo i primi documenti che attestano la presenza della Pizzuta (e della sua coltivazione) in Sicilia. Si tratta di uno scritto del 1840 (“Flora dei dintorni di Avola”), dedicata al carrubo e alla coltivazione del mandorlo.
La mandorla d’Avola viene anche utilizzata per realizzare un altro dolce di origini arabe, la cubàita (o giuggiulena); un prodotto a base di miele e semi di sesamo, che in provincia di Modica viene arricchito con mandorle e frutta candita. A questo proposito non possiamo dunque non citare il torrone, o altre produzioni tipiche siciliane che usano la mandorla come base, magari tritata e cotta: come la pasta reale, base della tipica cassata, o la tipica granita; ma anche il budino e il latte di mandorle. Per non parlare dei molti biscotti, sia di tipo locale che a diffusione nazionale, che usano la mandorla o la farina di mandorle come base per il loro impasto: un esempio tra tutti, i passavolanti di Vicari e i tipici pasticcini ricci con decorazione di mandorla o ciliegia candita.
Ed è infatti proprio il piccolo paese in provincia di Palermo a offrire alla mandorla una festa in suo onore, in occasione dei festeggiamenti per San Giorgio Martire. A Cassibile, in provincia di Siracusa, la mandorla si festeggia in agosto insieme al limone, e a Butera (Caltanissetta), sempre in agosto, la mandorla viene ricordata con manifestazioni folcloristiche e degustazioni. Ad Agrigento, al mandorlo in fiore viene dedicata una grande festa, che, come vuole la tradizione, si tiene per una settimana intera durante il mese di febbraio. Molte sono le iniziative locali, alcune delle quali si intrecciano alla tradizione religiosa e al folklore popolare. La Sagra del Mandorlo in Fiore infatti, è legata a un mito scritto da Omero.
Secondo lui la fioritura del mandorlo era esplicabile con la storia d'amore tra Acamante e Fillide. Acamante partì per andare a combattere la guerra di Troia e non tornò a casa per ben dieci anni. Ma quando la guerra finì e i Greci tornarono a casa, Acamante non era con loro. La principessa Fillide, disperata, si uccise; Atena, toccata da quel gesto romantico, la trasformò in un mandorlo. Ma Acamante era di ritorno e, quando venne a sapere di Fillide, andò verso l'albero e l’attirò a sé più che poté. L’abbraccio fece così fiore il mandorlo.
Autore | Enrica Bartalotta
Foto di Simonetta Ferrero.