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“Troisi mi scelse dai provini, mi tremavano le gambe”, il ricordo di Maria Grazia Cucinotta

Di recente l’attrice siciliana Maria Grazia Cucinotta si è raccontata a cuore aperto in un’intervista al Corriere della Sera in cui ha ripercorso la sua carriera e ha svelato alcuni dettagli inediti sulla sua vita.

Cucinotta ha parlato del suo esordio con il film “Il Postino”, girato anche in Sicilia, nell’incanto di Salina una delle più belle isole dell’arcipelago eoliano.

Il ruolo di Beatrice in quello che è ancora oggi ricordato come l’ultimo film di Maria Grazia Cucinotta le ha cambiato la vita per sempre. L’attrice non ha potuto fare a meno di ricordare quei momenti carichi di paure e tensione: “Troisi mi scelse dai provini. Fu Nathaly Caldonazzo a riferirgli di me. Le sono grata e le voglio bene, anche se non ci parliamo più. Mi tremavano le gambe a stare lì seduta di fronte a lui a leggere un copione. Io poi, che sono dislessica, mi mancava la preparazione, non avevo alcuna esperienza”.

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Maria Grazia Cucinotta ha poi ricordato il suo disturbo di dislessia: “Da giovane avevo gli attacchi di panico alle interrogazioni” e poi ancora “Non sono cresciuta in un quartiere facile, a un certo punto pensarono che fossi drogata, perché di droga ne girava tanta. Mia madre era disperata. Più collassavo e più passavo per la scema del villaggio” ha raccontato l’attrice, che non si è mai lasciata abbattere dal suo disturbo. “Non è facile a teatro soprattutto, perché al cinema rigiri la scena” ha spiegato e ha poi ricordato anche i suoi attacchi di panico: “Da giovane avevo gli attacchi di panico alle interrogazioni”.

La splendida attrice siciliana ha poi raccontato quando da giovane riuscì a sfuggire a uno stupro: “Per anni ho camminato con il gas paralizzante in mano. Successe di giorno, a Parigi, era un uomo in giacca e cravatta. Credo ci sia stato l’intervento di un angelo perché cadde mentre mi stava strattonando, e riuscii a scappare. La polizia non fece niente”.

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La Cucinotta ha poi lanciato una riflessione sulla mancanza di opportunità per i giovani in Italia, e per la difficoltà di affermarsi nel mondo del lavoro. “In Italia ci sono circoletti chiusi”, ha ripetuto. “È difficile riuscire a emergere, anche se si ha talento e capacità”.

Interpretare Beatrice è stato per lei “una fortuna immensa”. In passato si rifiutò di recitare accanto ad Al Pacino e Keanu Reeves nel film “L’avvocato del diavolo” per una scena di nudo: “Non credo l’avrei fatta bene. Non ho mai avuto un buon rapporto con il mio fisico, soprattutto con il mio seno. Mi hanno anche definita sex symbol ma io mi sono sempre sentita ingombrante. Se a 20 anni avessi avuto la consapevolezza del mio corpo che ho adesso, sarebbe stato più facile”.

Maria Grazia Cucinotta si rivela ancora una volta una donna forte e determinata, che ha saputo affrontare le sfide della vita con coraggio e perseveranza. Dagli esordi incerti, passando per le difficoltà dovute alla dislessia e alle sue paure, l’attrice ha saputo trasformare ogni ostacolo in un’opportunità di crescita.

Mariagrazia Cucinotta resta oggi un’icona non solo del cinema italiano, ma anche un modello di forza e autenticità, capace di ispirare le nuove generazioni a non arrendersi di fronte alle difficoltà.

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Redazione