Al Parco archeologico di Lilibeo-Marsala è in corso un intervento conservativo sulla nave punica del III secolo a.C., grazie alla collaborazione con la Honor Frost Foundation. L’assessore Samonà: «La tutela del nostro patrimonio culturale è attività prioritaria».
Avviato al Museo Lilibeo di Marsala, in provincia di Trapani, il primo di una serie di interventi conservativi sul relitto della nave punica del III sec. a.C. È unica nel suo genere in tutto il Mediterraneo antico, sia per la tipologia (una nave agile e veloce da combattimento, o ‘ausiliaria’ di appoggio alle navi militari), sia per la presenza di segni e lettere fenicio-puniche che ne consentono l’attribuzione alla marineria cartaginese.
La nave è oggetto di intervento da parte degli archeologi navali Pat Tanner (University of Southampton, Centre for Maritime Archaeology) specialista nel rilievo 3D e nella ricostruzione virtuale delle navi antiche, e da Toby Jones (Newport Museum and Art Gallery), curatore del progetto sulla nave mercantile del XV secolo rinvenuta nel fiume Usk di Newport (Galles, 2002).
«Occorre dedicare il massimo impegno – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – alla tutela e alla conservazione del patrimonio culturale della Sicilia. Questo vuol dire orientare le risorse non solo alla promozione dei nostri beni, ma anche e soprattutto curarne la buona tenuta. Iniziative come quella voluta da Anna Maria Parrinello, direttrice del Parco Archeologico di Lilibeo Marsala, sono importanti per garantire la conservazione dei nostri beni culturali che raccontano la storia della nostra Isola».
Il Museo, che il grande pubblico conosce come “Museo della Nave punica“, è stato istituito dalla Regione siciliana nel 1986, principalmente per consentire la conservazione e la fruizione del relitto. Nello scorso ottobre è emersa la necessità di avviare interventi conservativi finalizzati a proteggere lo scafo della Nave dal contatto diretto con la struttura metallica che la sostiene, mediante l’inserimento di sottilissimi fogli di materiale inerte polimerico nei punti di contatto tra il metallo e i legni antichi.
Un’azione necessaria ad evitare il rischio di contaminazione. Si sta inoltre sta intervenendo sulla struttura lignea del relitto per correggere la deformazione del fasciame in un punto cruciale di intersezione con un madiere (struttura trasversale dello scafo).
Per la direttrice del Parco, Anna Maria Parrinello «la realizzazione di questo primo intervento conservativo, sostenuto dalla Honor Frost Foundation, costituisce un momento importante per la valorizzazione della Nave punica. Un progetto internazionale di alto profilo scientifico finalizzato alla salvaguardia di un bene prezioso che abbiamo il dovere di consegnare alle generazioni future». Credits foto.