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Marsala, sigilli all’impero dei Licata: sequestrati beni per 127 milioni di euro

TRAPANI – Ad aprile del 2015 erano stati posti i sigilli preventivi all'impero dei Licata proprietari di svariate strutture ricettive della Sicilia. Oggi la conferma dalla Procura: quello dei Licata è la più grande truffa fiscale ai danni dello stato italiano per conto di un vero criminale.

Il procuratore Di Pisa: impero costruito illecitamente da un criminale.

Beni, società e denaro per un valore di circa 127 milioni di euro sono stati sequestrati dalla guardia di finanza a Michele Angelo Licata, 52 anni, definito oggi senza mezzi termini dal procuratore Alberto Di Pisa "un criminale". Si tratta – dicono gli inquirenti – della più imponente misura di prevenzione patrimoniale per "pericolosità fiscale" a livello nazionale.

Nello specifico, sono state sequestrate 10 società, 3 ditte individuali (alberghi, lussuose sale ricevimento, resort con piscine e centro benessere, ristoranti , stabilimenti balneari e altre strutture ricettive a Marsala e a Pantelleria), 75 fabbricati, 257 terreni, 23 autoveicoli, 71 conti correnti bancari sui quali erano depositati circa 6 milioni di euro, sei polizze vita del valore di 4,6 milioni di euro e  partecipazioni societarie.

Il patrimonio dell'imprenditore Licata secondo la Procura di Marsala sarebbe stato accumulato illecitamente negli ultimi vent'anni "grazie ad una colossale e continuata frode fiscale, a numerose truffe ai Fondi comunitari e alla violazione di numerose altre norme in tema di edilizia e sanità pubblica". Sempre secondo l'accusa, Michele Angelo Licata si è "prepotentemente imposto nel settore turistico-alberghiero, sbaragliando la leale concorrenza, "drogando" l'economia locale". 

 

Laura Parlavecchio