Ad Augusta, in provincia di Siracusa si racconta che sulla “strada mastra” ci fosse una cappelletta della Madonnina con accanto un buco dove tutte le sere veniva collocata una lampada.
Proprio da questo buco, ogni notte, a mezzanotte, venivano fuori sette belle signore, che, tenendosi per mano, saltellavano lungo tutta la “strada mastra”.
Mentre saltellavano poteva capitare che qualcuno le incontrasse. Se succedeva, prendevano per mano la persona fortunata e la invitavano a ripetere assieme a loro: “Luni, marti e mercuri trì joviri, venniri e sabatu sei” (lunedì, martedì e mercoledì sono tre, con giovedì venerdì e sabato sono sei).
Chi pronunciava questa frase avrebbe ottenuto, dalle belle signore, tutto ciò che desiderava.
Fu così che un giorno, mastro Antonino il calzolaio, un uomo gobbo e malformato dalla nascita, dopo averle incontrate e ripetuto assieme a loro la fatidica filastrocca, si trasformò in un bellissimo giovanotto, dritto, alto, robusto e ricco.
Il calzolaio, raccontò ad un amico gobbo quello che gli era successo. Quest’ultimo si fece trovare sulla strada mastra di notte per poter chiedere alle belle signore di diventare come l’amico. Arrivò la mezzanotte, le donne vennero fuori, lo presero per mano e gli fecero ripetere la filastrocca, ma il povero gobbo rimase tale e quale.
Sapete perché?
Perché, pensando di fare cosa gradita, dopo aver ripetuto tutta la filastrocca, aggiunse: “E duminica setti!”. Le belle signore, infastidite da quell’impertinenza, non lo aiutarono e lo picchiarono Visto? Non bisogna mai strafare, me lo dice sempre la mamma!
Di Alessandra Cancarè