Matteo Messina Denaro andava spesso alla clinica Maddalena di Palermo per sottoporsi ai cicli di chemioterapia e per le cure della sua malattia, un tumore al colon. E lo faceva sotto il falso nome di Andrea Buonafede.
Alcuni sanitari hanno raccontato che il boss “era un uomo generoso” e che portava anche olio o altre specialità contadine.
Nessuno, comunque, s’immaginava che quell’uomo era ricercato da 30 anni. “Amo stare solo, ma piace vivere, mi piacciono le cose belle” aveva detto Matteo Messina Denaro, scambiando quattro chiacchiere con i sanitari.
Nessuno, inoltre, sostiene di ricordare accompagnatori del boss che non avrebbe ricevuto visite durante il ricovero.
“Era un uomo garbato, a modo suo sofisticato – ha detto all’ANSA un sanitario – Nessuno poteva sospettare fosse un boss ricercato accusato di stragi e omicidi. Era sempre gentilissimo, calmo, sorridente. Aveva un suo stile”.
Giorgia Meloni: “16 gennaio sia il giorno di chi combatte la mafia”
A Palermo anche Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei Consiglio che, al Palazzo di Giustizia, dopo l’incontro col procuratore capo di Palermo, Maurizio De Lucia, ha affermato che oggi, lunedì 16 gennaio, “è una giornata storica, un giorno di festa per le persone per bene, per le famiglie delle vittime della mafia, perché il sacrificio di tanti eroi non era vano”.
E ancora: “Mi piace immaginare che questo possa essere il giorno nel quale viene celebrato il lavoro degli uomini e delle donne che hanno portato avanti la guerra contro la mafia. Ed è una proposta che farò”.