Il progetto di Renexia del Gruppo Toto per il più grande parco eolico galleggiante del Mediterraneo. L’area individuata è al largo della Sicilia, a 60 chilometri dalle coste dell’Isola, a 40 chilometri dalle Isole Egadi. Le commissioni dell’Assemblea Regionale Siciliana hanno dato parere contrario.
Il parco eolico gallegiante nel Mediterraneo
Intervenendo al convegno “La Sicilia verso le rinnovabili“, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto ha detto: «Siamo pronti a una condivisione con i pescatori affinché siano corroborati i dati. Siamo stati attenti a evitare qualsiasi banco di pesci e le rotte dei pescatori. Ma vogliamo fare una verifica con i pescatori perché un conto è fare uno spostamento ora un altro è doverlo fare una volta che i lavori sono stati completati. Ai pescatori vorremmo proporre misure compensative e progetti che possano aiutare il loro lavoro come la raccolta della plastica ma non solo».
Il modello di base, spiega Il Sole 24 Ore, è il parco eolico offshore costruito negli Stati Uniti, al largo del Maryland, a circa 17 miglia dalla costa di Ocean City. Quello della Sicilia si chiama Medwind. La richiesta per la valutazione di impatto ambientale sarà presentata prima dell’estate.
Prevede 9 miliardi di investimento e consiste nella realizzazione di un parco eolico offshore con tecnologia floating nel Mediterraneo. Includerebbe 190 turbine galleggianti, per una potenza installata di circa 2,8 GW ed una produzione annua stimata di 9 TWh/anno.
Medwind consentirebbe di generare energia elettrica verde pari al fabbisogno di 3,4 milioni di famiglie e di ridurre le emissioni di CO2 per circa 2,7 milioni di tonnellate/anno.
Il progetto
«Noi vogliamo creare nell’isola una filiera dell’eolico offshore galleggiante e riteniamo che vi siano le condizioni», dice il direttore generale di Renexia. Nella seconda decade di maggio sarà presentata una piattaforma programmatica.
«Abbiamo proposto di poter fare un accordo programmatico che parte da tre punti: legalità, formazione, tra 18 24 mesi cominceremo a costruire questo parco, il terzo punto: il mondo del lavoro– dice Toto –. Ci vogliamo impegnare che vengano utilizzati i contratti nazionali e venga stabilito un salario minimo».
« Noi vogliamo rimanere in Sicilia non per i 25 anni del parco ma anche dopo. Costruire la filiera che riguarderà le fondazioni, un giorno anche le turbine che potranno essere assemblate in Sicilia e poi c’è tutta la parte di manutenzione del parco dove servirà manodopera specializzata che potrà lavorare anche per terzi».
Renexia punta inoltre sui vantaggi economici dell’opera. «Abbiamo lavorato tanto con Terna e abbiamo avuto un contratto di connessione che ci consente di collegare il parco in Sicilia. Significa che l’energia rimarrà in Sicilia e ciò avrà un impatto sulle bollette dei siciliani».
«Dal momento in cui potremo produrre energia, la Sicilia non sarà più importatrice di energia. Abbiamo stimato che il risparmio sulle bollette sarà di circa 100 milioni di euro l’anno. Stime che risalgono a prima della guerra in Ucraina mentre oggi la cifra è sicuramente più alta».