Poste private truffano 1.500 persone ma il titolare, Nunzio Giangrande, parla di complotto e di operazioni poco trasparenti. Le accuse per l'imprenditore – indagato ma non ancora imputato – vanno dall’appropriazione indebita all’esercizio abusivo dell’attività di pagamento, fino alla violazione del testo unico bancario. Insieme a lui sono accusate altre due persone, Maria Rita Cangemi, titolare di una delle agenzie affiliate alla società di poste private gestita da Giangrande, e il funzionario della Bnl Francesco Silliti. A darne notizia è "BlogSicilia".
L’imprenditore titolare della Servizi postali avrebbe fatto sparire il denaro dei suoi clienti. Si parla di 1 milione di euro per l’esattezza, ma l’uomo nega ogni addebito, come ha fatto anche durante l’interrogatorio della guardia di finanza. Assieme ai suoi legali, gli avvocati Francesco Paolo De Simone Policarpo e Gaspare Genova, ha prodotto una serie di elementi per dimostrate di essere stato vittima e non autore di raggiri.
Secondo l’accusa, Nunzio Giangrande avrebbe intascato i soldi dai suoi clienti che volevano evitare interminabili file alle Poste e si rivolgevano alla sua società. Ma lui non pagava bollette e non effettuava versamenti, preferendo trattenere le somme per sé. Questo sistema marcio, che coinvolgeva diverse agenzie di poste private collegate a quella di Giangrande, ha fatto circa 1.500 vittime in tutta Italia.
Davanti alle fiamme gialle, Giangrande si è difeso dicendo di non aver commesso reati e puntando il dito contro alcuni suoi corrieri e titolari di agenzie, che sarebbero stati infedeli, ma anche contro le operazioni che sarebbero state svolte in particolare nell’ufficio postale di via Rocco Pirri, alla stazione centrale di Palermo.