L’origine della festa di San Giuseppe ha radici molto antiche, che vanno ricercate nella tradizione pagana. Non in tutto il mondo, la festa di San Giuseppe coincide con festa del papà. In Italia, la festa ha una dimensione assolutamente cattolica, poiché è legata al culto molto sentito del Santo.
La festa di San Giuseppe in Sicilia
In Sicilia dove le festività rappresentano un inno all’abbondanza di cibo per riscattare simbolicamente una vita di stenti vissuta sino a pochi decenni fa, la festa di San Giuseppe è molto sentita soprattutto nelle classi meno abbienti che durante queste occasioni “offrono” buona parte delle loro sostanze per ottenere un riscatto ultraterreno.
A Palermo per San Giuseppe in (quasi) tutte le case si mangia la famosa “pasta con le sarde e il finocchietto selvatico ” accompagnata da un buon vino che servirà a gustare i forse meno noti (ma non per questo meno buoni) carciofi in tegame con il tappo, meglio conosciuti come carciofi “cù tappo d’uovo” il tutto rigorosamente accompagnato da panini ai semi di finocchio.
E ancora in molti paesi si usa la preparare la minestra di San Giuseppe a base di legumi, freschi e secchi, con o senza pasta, e il macco di fave per offrirli anche ai meno abbienti per i quali nel giorno dedicato al santo vengono allestite le famose cene o tavole.
Dulcis in fundo le immancabili sfince declinate in milleuno modi a cominciare dal tipo di condimento che può essere il semplice zucchero, con o senza aggiunta di cannella, per continuare con quello più opulento, tipico della pasticceria palermitana che in questo giorno raggiunge l’apice di bontà, ripieno di ricotta. Anche in questo caso esistono delle varianti perché c’è chi preferisce la ricotta solo in cima preferendo gustare l’impasto interno semplice, mentre altri la prediligono ripiena di ricotta anche all’interno ( e come dare loro torto?). In ogni caso ciò che è sicuro è che i dolci di San Giuseppe ( ma anche alcune pietanze salate come i cardi e i broccoli in pastella ) devono essere accomunati dalla frittura in onore al mestiere di San Giuseppe che la leggenda narra (oltre ad essere falegname) si mise a vendere frittelle in strada per sostenere la famiglia durante il loro viaggio.