Gli archeologi che lavorano a Mozia – antica città fenicia, sita sull’isola di San Pantaleo, nello Stagnone di Marsala – hanno scoperto che un grande bacino artificiale, all’estremità meridionale dell’isola, non è un porto punico, come si credeva in precedenza, ma una vasca sacra che un tempo si trovava al centro di uno dei più grandi complessi religiosi conosciuti nel Mediterraneo preclassico. Lo scrive The Past. La vasca rettangolare rivestita in pietra è lunga 52,5 metri e larga 37 metri, più grande di una moderna piscina olimpionica.
Il sito fu indagato per la prima volta all’inizio del 1900 dall’archeologo Joseph Whitaker, che lo ritenne un tipo di porto interno artificiale noto come Kothon. Questa interpretazione è stata accettata per molti anni ma contestata quando gli scavi negli anni 2000 non sono riusciti a portare alla luce nessuna delle strutture portuali che ci si sarebbe aspettate attorno al bordo del Kothon, portando, invece, alla luce un grande tempio dedicato al dio fenicio Ba’al.
Questa scoperta ha portato a una nuova indagine sul sito. Nel 2006, quindi, la piscina è stata prosciugata e sono cominciati nuovi scavi che hanno rivelato che il bacino era in realtà una vasca di acqua dolce, alimentata da tre sorgenti naturali, e non poteva essere un porto in epoca fenicia perché non collegato alla Laguna di Marsala – e quindi al mare aperto – in nessun momento durante l’esistenza della città (VIII-IV sec. aC).
Gli scavi hanno anche identificato altri due grandi templi – uno dedicato alla dea siro-fenicia Astarte e un altro noto come il Santuario delle Acque Sante – oltre a numerosi altari, stele, ex voto e altri reperti legati a un complesso religioso.
Gli archeologi hanno anche scoperto un piedistallo – ora vuoto, ad eccezione di un grande piede scolpito – che si ritiene si trovasse nel mezzo della piscina con in mano una statua di Ba’al. Pertanto, tutti questi reperti indicano che la piscina originariamente si trovava al centro di un vasto santuario monumentale circolare che era in uso dal 500 a.C. circa fino alla distruzione della città nel 397/396 a.C.
Il bacino è stato oriempito e una replica della statua di Ba’al è stata collocata sul piedistallo al centro. La ricerca è stata pubblicata su Antiquity.