Visitando la Cattedrale di Palermo, avrete sicuramente notato la presenta di una particolare meridiana sul suo pavimento. Questa fu realizzata durante i rifacimenti moderni, in marmo e con tarsie colorate, che rappresentano le costellazioni. La meridiana della Cattedrale di Palermo ha una storia abbastanza particolare. Oggi abbiamo pensato di raccontarvela.
Storia della Meridiana della Cattedrale
Approfittando delle operazioni di rinnovo, che avvennero tra il 1781 e il 1801, l’astronomo Giuseppe Piazzi sollecitò e ottenne l’incarico di “adornare la sua chiesa metropolitana di una meridiana, che al pubblico comodo servisse, ed insieme fosse ornamento al Duomo”.
La meridiana doveva dunque servire ai cittadini a valutare l’istante del mezzogiorno e misurare in tal modo il tempo all’europea. Piazzi, tuttavia, dovette terminare in fretta i lavori per la meridiana, affinché questa fosse pronta in tempo per la riapertura al culto, che avvenne nel giugno del 1801.
Bisognava collocare l’opera in una zona facilmente accessibile, senza recare disturbo alle funzioni sacre, ma con la massima estensione possibile. Ben presto, però, Piazzi si rese conto del fatto che la Cattedrale mal si prestava alla costruzione di una grande meridiana.
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Anzitutto, in certi periodi non vi arrivano i raggi solari, a causa della posizione. Ancora, le colonne che dividono le navate costrinsero l’astronomo a collocarla in una posizione infelice, cioè davanti l’altare maggiore. Le dimensioni, tra l’altro, risultarono limitate anche dall’altezza delle navate laterali, in cui era stato collocato lo gnomone.
La meridiana è composta da una lunga striscia in ottone incastonata nel marmo attraversa la navata centrale affiancata da tarsie policrome raffiguranti i segni zodiacali. Una lapide indica lo strumento e riproduce le unità di misura in vigore in quell’epoca nel Regno di Sicilia e fino all’unità d’Italia: il palmo.