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CALTAGIRONE (CATANIA) – Al Cara di Mineo si sarebbe verificato un caso alquanto controverso: una migrante ha denunciato la sparizione di uno dei suoi gemellini appena partoriti. "Le indagini svolte non appaiono esaustive", e per questo il gip di Caltagirone Salvatore Ettore Cavallaro ha rigettato la richiesta di archiviazione della Procura sull'inchiesta aperta dall’esposto di una mamma. La donna, originaria della Nigeria, dopo il parto ha denunciato la scomparsa di uno dei gemelli che avrebbe dato alla luce il 9 dicembre 2016.

Il quotidiano "La Sicilia" racconta con dovizia di particolari la vicenda. Nel dettaglio si legge:

La richiesta di archiviazione della Procura era stata depositata a luglio 2017. Per la magistratura la consulenza dei periti è chiara. Il feto era uno solo. Questo nonostante la cartella clinica sequestrata dal Santo Bambino di Catania contenesse un tracciato cardiotocografico da cui si acclarava il battito di due cuoricini. Nella perizia si parla di «scarsa attendibilità» degli esami «effettuati nel nosocomio etneo». Quest’ultimi però erano in linea con quelli – almeno dalle testimonianze della giovane mamma – effettuati nell’ospedale in Libia.

Per il Gip di Caltagirone però «le indagini espletate non appaiono esaustive». «Al fine di delineare compiutamente la vicenda in disamina – scrive il giudice – è necessario che vengano acquisite le cartelle cliniche relativamente alla gravidanza della donna nell’ospedale Al Bayan di Tripoli».

Il Gip ha disposto anche che «sia nominato un collegio peritale composto da specialisti della materia trattata, operanti esternamente alla Regione Sicilia, affinché chiariscano, alla luce della documentazione in atti, delle conclusioni cui sono pervenute i consulenti del pm nonché delle osservazioni di cui alla memorie e alla consulenza di parte, la natura gemellare o meno della gravidanza».

E per non avere dubbi, il Giudice Cavallaro ha ordinato al pm di sentire «le dottoresse che hanno eseguito l’ecografia, insieme al medico, il giorno del ricovero della parte offesa presso l’ospedale Santo Bambino di Catania» e di «escutere sulle circostanze oggetto di indagine il personale medico, infermieristico e ostetrico dell’Ospedale Gravina di Caltagirone che in data 9 dicembre 2016 ha partecipato a vario titolo al parto cesareo».