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Era il 1987 quando Michael Roberts, fotografo, fashion director, regista, artista e autore, ha visitato per la prima volta la Sicilia. In quell’occasione si è innamorato dell’Isola: «Ero infatuato. E ora la considero “casa” mentre penso di tornare ovunque mi trovi nel mondo». Tre anni fa si è stabilito a Taormina.

Michale Roberts racconta la Sicilia

«Adoro la gioia che provano i siciliani guardando qualcosa di bello che cambia la vita. C’è un legame emotivo con l’estetica, e questo potrebbe avere a che fare con la sensazione di ballare sull’orlo di un vulcano. I siciliani sono fatalisti e questo mi piace», racconta il fotografo 74enne al Financial Times.

Il periodo della pandemia lo ha spinto a esplorare ancora di più l’Isola. Ha intrapreso viaggi in auto lungo la costa e nell’entroterra con il produttore Roberto Romano, suo amico. Negli anni ha realizzato servizi fotografici di vario tipo. Nel suo prestigioso curriculum ci sono lavori di moda e stile per testate come The Sunday Times, Tatler, British Vogue e Vanity Fair.

Nel 2007 è uscito “Shot in Sicily“, un libro che raccoglie i suoi scatti siciliani, mentre il nuovo libro è “Island of Eternal Beauties“. «Ci fermavamo ogni volta che vedevamo qualcosa – racconta al FT -. La premessa di base era quella di percorrere la costa da Messina a Taormina; poi a quei grandi massi lavici di Aci Trezza apparsi ne La Terra Trema [1948] di Visconti e ad Acireale, Siracusa e Noto. Abbiamo viaggiato nell’entroterra fino a Piazza Armerina per vedere i bellissimi mosaici di ragazze in “bikini” nella Villa Romana del Casale del IV secolo, e siamo tornati sulla costa e dintorni».

Island of Eternal Beauty, il “safari” siciliano

Il lockdown ha permesso al fotografo di evitare la ressa dei turisti. «Siamo entrati in contatto con persone, istituzioni, siti e loro hanno aperto le loro porte», dice. Il “safari fotografico” è diventato un progetto di libro quando Roberts ha incontrato la Fondazione Federico II. Il team si è innamorato della prospettiva artistica di Roberts sull’isola e ha firmato un contratto editoriale e una mostra.

Rilegato in lino color glicine, Island of Eternal Beauties è sia un’odissea personale, con le osservazioni scritte di Roberts sui miti e sulla storia della Sicilia, e un’avventura sensuale, spiega il Financial Times. Dai gargoyle della Chiesa di San Sebastiano, a Palazzolo Acreide, al barocco di Catania, fino alla Valle dei Templi.

«L’isola è enorme – spiega – e da alcuni punti di osservazione non si sogna nemmeno che sia un’isola. La parte dedicata a Palermo brilla negli interni dorati di Palazzo dei Normanni: «Ma forse il modo migliore per assorbire la magia di Palermo è di notte, nel pieno bagliore ambrato della luce a gas della città», scrive Roberts del capoluogo dell’isola.

C’è spazio anche per il porto di Marsala e per l’affascinante perla archeologica Mozia. Michael Roberts riprende anche le opere medievali in pietra nella città collinare di Erice, la marna della Scala dei Turchi, la Madonna Nera di Tindari, e strade senza nome che serpeggiano precariamente sui pendii delle colline.

I panorami sono intervallati dalle prelibatezze locali: dolci spolverati di zucchero, retate di pesce fresco. «I siciliani amano molto soddisfare i loro sensi e traggono grande gioia da un bicchiere di vino di mandorla o da una gelatina; vivono la vita al massimo», afferma Roberts.

L’isola delle bellezze eterne è anche costellata dai meticolosi mosaici di Roberts, con motivi come i fiori di mimosa e il pesce spada. Ha iniziato a realizzarli per le copertine di Style Issue del New Yorker quando ne era il fashion director alla fine degli anni ’90, scrive il Financial Times.

«Non sono sicuro che mi abituerò mai alla Sicilia; mi sorprende costantemente, mi spiazza ad ogni angolo – e proprio quando penso di aver capito, c’è ancora l’ignoto», conclude. Precisando che, tuttavia, gli sta bene così: «I posti migliori del mondo mantengono un’aria di mistero».

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