Da Palermo a Taormina, passando attraverso l’isola di Salina, Vanity Fair ha selezionato le migliori granite in Sicilia, scegliendo 6 indirizzi da non perdere. L’autrice dell’articolo, Olga Noel Winderling, spiega subito che raccontare la granita siciliana a chi non l’ha mai mangiata proprio sul posto non è un’impresa facile. È qualcosa da provare, a colazione o in qualsiasi ora del giorno, con o senza la brioscia col tuppo e con o senza panna. Lei la consiglia alla fragola o al caffè, ma noi aggiungiamo che sono un vero e proprio must anche quelle ai gelsi e alla mandorla.
La granita ha radici antiche: già ai tempi delle neviere e dei nivaroli, la neve conservata sull’Etna, nei monti Peloritani o nei monti Iblei veniva usata per preparare sorbetti e gelati, versandovi sopra succo di limone o sciroppi a base di frutta o fiori. La ricetta dello “sherbet” è stata perfezionata nei secoli, anche grazie all’utilizzo del pozzetto. Nel Novecento, poi, l’acqua ha preso il posto della neve e il miele quello dello zucchero. Da un’epoca all’altra, ancora oggi gustiamo granite eccellenti: ed ecco i consigli di Vanity Fair.