Il mito di Dafni ci ricorda che non bisogna mai fare arrabbiare una suocera. Nella valle del fiume Irminio, nei pressi di Ragusa, viveva un pastore di nome Dafni, figlio di Mercurio e della ninfa Dafnide (esiste anche una Dafne ma non c’entra niente con questa storia).
Dafni era un ragazzo molto bello, ma bello assai, anzi assaissimo, ed era pure un poeta, cantava accompagnandosi con una zampogna che aveva imparato a suonare grazie al dio Pan.
La ninfa Echenaide un giorno lo vide e se ne innamorò perdutamente. L’amore fu presto ricambiato e i due piccioncini si sposarono. Al loro matrimonio c’erano tutti gli dei dell’Olimpo…Giove gettava saette, Nettuno nuotava allegramente, Mercurio si misurava la febbre, Bacco si ubriacava, Minerva si accendeva i fiammiferi, Plutone puzzava come sempre, Cerere si mangiava le noccioline americane, Venere si guardava allo specchio, Apollo si prendeva il sole…insomma..erano tutti felici e contenti per questo matrimonio tranne una dea, la suocera del povero Dafni.
Con tutte le suocere che c’erano al mondo quale doveva capitare al grazioso pastorello? La più vendicativa delle dee, Giunone.
Il giorno del matrimonio Dafni giurò alla dolce ninfa amore eterno ed Echenaide disse al marito che se mai l’avesse tradita sarebbe stato punito da Giunone con l’accecamento. Tale madre, tale figlia.
Dafni fu sempre fedele alla moglie ma, manco a farlo apposta, un giorno il re Zeno lo invitò perchè potesse recitare una delle sue splendide poesie. Dafni era talmente bello, talmente delicato e talmente bravo che la regina Climene se ne invaghì perdutamente. Moriva di passione per il lui e lo voleva a tutti i costi. Dafni, pensando alla storia dell’accecamento resistette, ma Climene era disposta a tutto…
Come finì a Dafni?
Una sera la regina, quando il marito era fuori casa, organizzò un’altra festa ed invitò Dafni. Le pietanze erano così buone ed il vino così inebriante che il pastorello perdette il controllo e…per non cadere nel volgare, la passione si impadronì dei due corpi e ci fu danno!
Ma spezziamo una lancia addosso a Dafni, ummmm, scusate, volevo dire a favore di Dafni. La colpa non nera del tutto sua. La voluttuosa regina, infatti, aveva mescolato assieme al vino di Sicilia, un pò di succo d’alloro che a quanto pare possiede potenti doti afrodisiache (quindi attenzione quando vi preparate il canarino: alloro e limone bolliti).
Giunone venne a sapere immediatamente del tradimento e, come promesso, accecò Dafni. il pastorello passò diversi anni tra le campagne siciliane a cantare il proprio dolore (Dafni è il creatore delle poesie bucoliche.) Non riuscendo a trovare pace si uccise gettandosi da una scogliera accanto a Cefalù. Gli dei però ebbero pietà di lui e lo trasformarono in una rupe.
Maaatri mmia che traggggedia.
E a voi chi ve lo fa fare giurare amore eterno ad una donna?
Di Alessandra Cancarè
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