Ho raccontato leggende di molti comuni e città della Sicilia, adesso tocca al mio paese che di storia e leggende ne ha da vendere…
Per tre giorni all’anno a Piazza Armerina si torna indietro nel tempo, quando i normanni, guidati da Ruggero (lo sapete che ho un debole per lui) iniziarono una sorta di guerra santa per scacciare gli arabi dalla Sicilia (ne abbiamo già parlato abbondantemente).
Il 12, 13 e 14 agosto le vie del centro storico di Piazza Armerina vengono percorse da un corteo di cavalieri, dame, truppe normanne, arabi (più di 600 figuranti) che sfila e ci fa rivivere il momento in cui il Gran Magistrato diede le chiavi della città al conte Ruggero d’Altavilla.
Non mancano i giochi medievali, infatti l’ultimo giorno si assiste alla quintana, dove i quattro quartieri storici di Piazza si affrontano in una giostra per poter ottenere il vessillo di Maria Santissima delle Vittorie.
Ma di che vessillo stiamo parlando?
Nel 1063, Ruggero d’Altavilla vinse una faticosa battaglia contro gli arabi a Cerami. Si riusca raggiungere un cospicuo bottino ed una parte di questo fu inviato a Roma assieme a quattro cammelli.
Papa Alessandro II, riconoscente del gesto, diede l’indulgenza plenaria a Ruggero e gli donò un vessillo papale, un’icona bizantina dipinta su un drappo di seta verde raffigurante la Madonna col bambino.
Il normanno portava sempre con se il dono del Papa durante le sue conquiste, tanto che diventò un segno di vittoria.
A Plutia, l’odierna Piazza Armerina, strenuamente difesa dalle truppe arabe, venne combattuta una delle battaglie cruciali per la conquista dell’isola. Palese fu su quel terreno l?aiuto della Beata Vergine, che assieme alla collaborazione dei plutiesi portò il principe normanno ad una vittoria schiacciante.
Il conte Ruggero volle quindi donare il vessillo della Madonna alla città.
Passarono gli anni e durante il dominio di Guglielmo I il malo, Piazza si ribellò al regnante, pertanto Guglielmo ordin? di mettere a ferro e a fuoco la città, e Plutia fu incendiata. Durante questi scontri l’amato vessillo fu nascosto, sotterrato dentro una cassetta di legno e dimenticato per secoli.
Si narra che duecento anni dopo, il 3 maggio del 1348, a Giovanni Candilia, un sacerdote di Piazza Armerina, apparve in sogno la Madonna che gli disse che una tela che la raffigurava si trovava sepolta in una zona del paese (dove sorgeva anticamente Piazza Armerina) e che avrebbe dovuto scavare per trovarla.
Inizialmente i piazzesi furono molto diffidenti, quindi Candilia si recò a Catania, raccontò dell’apparizione della Madonna al Vescovo, il quale permise di iniziare gli scavi.
Fu cosche iniziarono i lavori e fu trovata una cassetta con dentro un vessillo e un capello, che si dice sia appartenuto alla Madonna.
Durante quel periodo a Piazza Armerina, come in tutta la Sicilia, infuriava la peste e il vessillo diede immediatamente prova della sua forza scacciando la peste dal paese.
L’icona venne custodita per anni nel Santuario che fu costruito nel luogo in cui si trovò la cassetta, a Piazza vecchia, e nel 1742 portata nel duomo del paese.
Ogni 3 di maggio si festeggia la patrona di Piazza, Maria santissima delle Vittorie, dove, una copia dell’immagine della Madonna viene portata in processione dal Santuario di Piazza vecchia al duomo.
E’ un miscuglio di storia e leggende ma vi assicuro che qui a Piazza Armerina la gente molto devota alla Madonna e crede fermamente a quello che ho raccontato.
Veniteci a trovare a Piazza Armerina, un paese dove la storia non ha tempo…
Vi consiglio di guardare questi video:
Di Alessandra Cancarè
Piazza Armerina, Sicilia – Foto di Maurizio San Toro