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Monterosso Almo: i binari perduti nel cuore degli Iblei

Alla scoperta dei segreti di Monterosso Almo.

  • Facciamo tappa nel cuore dei Monti Iblei, per parlare di una cittadina che ha davvero tanto da raccontare.
  • Qui si svolsero le vicende della famiglia Cocuzza, che diede un enorme contributo alla vita economica e sociale del paese.
  • Dal palazzo di famiglia alla ferrovia dimenticata, ecco cosa ci svelano i luoghi.

Monterosso Almo, in provincia di Ragusa, si trova nel cuore dei Monti Iblei, a pochi chilometri dalla vetta del Monte Lauro. È una località tanto piccola, quanto interessante, ricca di fascino storico. A svelarci i suoi segreti è un nuovo video della serie L’Isola dei Tesori, dedicata ai luoghi e ai borghi siciliani. Il viaggio condotto da Marco Coico comincia da Palazzo Cocuzza, uno degli edifici più affascinanti del Ragusano, voluto dalla famiglia Cocuzza. Questa famiglia, ci viene spiegato, non aveva nulla da invidiare ai Florio. Se i Florio fecero fortuna sul mare, i Cocuzza la fecero con le rotaie. Basta guardare la facciata del palazzo, per comprendere l’importanza di questa famiglia.

I Cocuzza, spiega il vicesindaco, Concetta Giaquinta, sono stati per Monterosso molto importanti dal punto di vista economico e sociale. Hanno fatto erigere il palazzo alle fine dell’Ottocento, ultimandolo intorno al 1907. Non hanno badato a spese, poiché dovevano dare un’immagine di potenza. Fu costruito dall’architetto Meli, con stucchi in stile neoclassico con elementi Liberty. I pavimenti da una stanza all’altra sono diversi e ogni piano ha più di 14 stanze, con una vista straordinaria sugli Iblei. C’è anche uno scalone principesco ed elicoidale. Federico Cocuzza fu deputato e Senatore del Regno e influì sul passaggio della ferrovia da Monterosso: l’ultimo fischio risale al 1956. Di quella stazione rimangono i ruderi, pressoché nulla.

Il declino della famiglia Cocuzza inizia con la morte del figlio, un tragico evento accompagnato da racconti tra verità e leggenda. Il dolore fu tale da interrompere la costruzione dell’ultima ala del palazzo e fu una grave perdita anche per la comunità. Oggi l’edificio è di proprietà del Comune e ospita la collezione archeologica della necropoli di Monte Casasia.

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Redazione