PALERMO – Se ne è andata una delle figure più emblematiche della lotta al pizzo e alla mafia: Pina Maisano Grassi, vedova dell’imprenditore Libero Grassi, ucciso per la sua rivolta contro il racket, è morta ieri all’età di 87 anni. Fino all’ultimo è stata impegnata nelle battaglie civili. Colta da malore, è stata accompagnata dai figli Davide e Alice all’ospedale Villa Sofia, dove si è spenta.
Aveva sposato nel 1956 Libero Grassi: l’imprenditore, all’inizio degli anni Novanta, era stato cercato e minacciato da un esattore della mafia e aveva denunciato il tentativo di estorsione. Grassi aveva scritto una pubblica lettera al “geometra Anzalone” (nome di copertura dell’emissario), lanciandogli una sfida: non avrebbe mai pagato. Il 31 agosto del 1991 venne ucciso, ma la sua battaglia continuò ad andare avanti grazie alla moglie. La vedova si adoperò anche per la promozione di associaizoni antiracket e per la diffusione di una rivolta sociale contro la mafia del pizzo.