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Sabato 17 febbraio 2018 alle ore 10,30, visita guidata della storica dell'arte e guida turistica abilitata della mostra PAUSA SISMICA,    Dott. ssa Giulia Scalia.
Costo: € 7 a persona (biglietto d'ingresso e visita guidata)
Max 25 persone. Prenotazione obbligatoria contattando il 3897972795 o scrivendo a giuscalia79@gmail.com

 


Il 14 e il 15 gennaio del 1968 la Valle del Belìce viene colpita da un violento terremoto che causa gravi danni alle città della zona. Gibellina, insieme a Salaparuta, Montevago e Poggioreale, è quasi del tutto rasa al suolo. 
Per il sisma morirono 296 persone, 1000 furono i feriti e 70 mila gli sfollati.
Nell’anno del cinquantenario, la mostra "PAUSA SISMICA 1968/2018. Cinquant’anni dal terremoto del Belìce, vicende e visioni" ripercorre la storia di Gibellina dal terremoto alla costruzione della città nuova sino al coinvolgimento di artisti e intellettuali della scena nazionale ed internazionale, per iniziativa del suo sindaco, Ludovico Corrao. La mostra è curata dalla Fondazione Orestiadi e coprodotta dalla Fondazione Sant’Elia, in collaborazione con il Comune di Gibellina.
A raccontare la vicenda sono le opere degli artisti, radicate nell’identità di Gibellina Nuova, le fotografie, i video, i materiali documentari raccolti durante un lungo lavoro di ricerca tra diverse istituzioni che qui compongono la trama di una memoria viva: cinquant’anni densi di avvenimenti, per una storia che attraversa i cambiamenti sociali che proprio dalla Valle del Belìce in quel periodo stavano nascendo dal basso, diventandone parte integrante.
La mostra dipana diversi temi, che nel loro intrecciarsi, restituiscono la complessità dell’accaduto: le immagini dei primi fotografi giunti sul luogo del sisma Enzo Brai, Nino Giaramidaro, Melo Minnella, Nicola Scafidi, i video provenienti dagli archivi della RAI sino ai 13 lunghi anni di permanenza delle popolazioni nelle baraccopoli, prima del trasferimento nella città nuova. Tra i documenti, anche quattro foto di Letizia Battaglia che raggiunse la baraccopoli nei primissimi anni Settanta. Alla ricostruzione e a Gibellina Nuova è dedicata un’intera sezione che esplora l’urbanistica, le architetture, le sculture attraverso i modelli delle opere: da Purini e Thermes, Pietro Consagra, Ludovico Quaroni, Fausto Melotti.
Contemporaneamente alla città di Gibellina, si ricostruiva la sua comunità, per la quale un ruolo fondamentale ha svolto il teatro, come momento di rifondazione di valori, ma anche come strumento pratico di aggregazione dei saperi degli artigiani finalizzato alla produzione di scenografie, costumi e opere d’arte. Sono esposte opere di Emilio Isgrò, Mimmo Paladino, Arnaldo Pomodoro, i bozzetti di Gaetano Cipolla, i testi di Franco Scaldati, le musiche di Giovanna Marini per “Le Troiane” di Thierry Salmon.
Dal costante dialogo tra gli artigiani e i numerosi artisti italiani e stranieri che a Gibellina hanno trascorso lunghi periodi di creazione nascono i “prisenti”, grandi drappi portati in processione durante la festa di San Rocco e ricamati dalle donne di Gibellina. Nelle scuderie di Palazzo Sant’Elia saranno esposti il prisente storico (25 mt.), e i prisenti di Carla Accardi, Michele Canzoneri, Sami Bhuran, Nja Mahdaoui.
Una sezione è dedicata agli atelier di tanti artisti tra i quali, Schifano, Rotella, Scialoja, Angeli. Tra i contributi video, una intervista di Giuseppe Occhipinti per Telescirocco a Mario Schifano durante la sua permanenza a Gibellina.
A fare da contraltare alla vita della città nuova è la realizzazione del Cretto di Alberto Burri, un progetto unico al mondo, ancora oggi depositario di un valore artistico, etico, comunitario che si rinnova ogni giorno. In mostra è presente il video “Audioghost ‘68”, progetto di Giancarlo Neri e Robert Del Naja, realizzato sul Cretto di Gibellina nell’ottobre del 2015.
La parte conclusiva della mostra fa riferimento alle visioni a partire dal Museo delle Trame Mediterranee con l’installazione di Antonio De Luca e Stalker “la Biblioteca siculo-araba” – 30 lastre in cristallo illuminate con luce di wood che descrivono le città siciliane come furono viste dal geografo al-Idrisi oltre ad una inedita installazione di Mustafa Sabbagh “http502:bad gateway”, 2017, il video “Tierra sin males (2011) dell’artista statunitense Susan Kleinberg, l’installazione “Stato d’emergenza” di Claudio Beorchia, le immagini di Daesung Lee “On the shore of a vanishing Island”(2011) – presentate alla prima edizione di Gibellina Photoroad, Festival Internazionale di Fotografia open air e la foto di Adrian Paci “Home to go” (2001) dove si affrontano i temi dell’emigrazione, il nomadismo, l’identità.

L’immagine della mostra è ripresa da una installazione creata dal duo svedese Bigert&Bergström nel 1992 per la mostra “Paesaggio con rovine” a cura di Achille Bonito Oliva. L’opera è stata nuovamente realizzata dalla Fondazione Orestiadi e sarà collocata, alla fine dell’esposizione, all’ingresso della città di Gibellina, come originariamente pensato dai due artisti.

PAUSA SISMICA 1968/2018
Cinquant’anni dal terremoto del Belìce, vicende e visioni
Fondazione Sant’Elia
via Maqueda 81 | Palermo
28 gennaio – 14 marzo 2018
Orari: martedì | venerdì 9,30 > 18,30 
sabato | domenica 10 > 13 e 15,30 > 18,30. Chiuso il lunedì 
Biglietti: Intero € 5 | ridotto € 4
Biglietti scolaresche:ingresso e visita guidta € 5 con prenotazione obbligatoria scrivendo a info@orestiadi.it o andolfi@orestiadi.it

Organizzazione: 
Fondazione Orestiadi | Fondazione Sant'Elia
sito http:// www.fondazioneorestiadi.it/ | Pagina FB:/orestiadi
Sito http:// www.fondazionesantelia.it/ | Pagina FB:/Fondazione Sant’Elia

Patrocini: Commissione Europea 
Assessorato regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana
Comune di Palermo – Assessorato alla Cultura
Città Metropolitana di Palermo
Partner:
Comune di Gibellina | Cresm – Centro ricerche economiche e sociali per il Meridione di Gibellina | Rai Sicilia | Rai Teche| 
Comune di S. Margherita di Belice | Museo della Memoria di S.Margherita di Belice
Video dagli archivi del Giornale di Sicilia