Presso il Museo Archeologico Regionale "Antonino Salinas" ha sede a Palermo, una delle più ricche collezioni d'arte punica e greca d'Italia. Il museo, già Casa dei Padri della Congregazione di San Filippo Neri, ospita anche rilevanti testimonianze di gran parte della preistoria di Sicilia.
Composto in parte da collezioni private acquistate o donate nel corso dei secoli, è da poco stato in parte riaperto per dei lavori di ristrutturazione che lo volevano chiuso dal 2009, e che verranno completati definitivamente nel 2015.
La collezione più antica, che ha costituito anche il primo nucleo conservativo dell’esposizione permanente, è quella appartenente al Museo dell'Università.
Di grande interesse è la collezione etrusca, considerata la più importante al di fuori dei confini della Toscana. Con sarcofagi, cippi, statue-cinerarie, ceramiche e bronzi.
È inoltre presente una collezione di pezzi privati di Antonino Salinas, costituita da ben 6.641 articoli tra stampe, libri, documentazioni, fotografie, oggetti personali e circa 600 monete dell’archeologo.
La struttura composita di cui fanno parte, oltre al museo, la chiesa di Sant'Ignazio e l'Oratorio di San Filippo Neri, costituisce il complesso monumentale dell'Olivella, il cui museo è stato dedicato alla memoria di Antonio Salinas, archeologo e numismatico palermitano che nel 1873 e per quarant’anni, guidò il museo.
La struttura venne iniziata intorno alla fine del XVI secolo su progetto di Antonio Muttone, per la Congregazione di San Filippo Neri. Nel 1866, l'edificio venne confiscato alla Congregazione e divenne sede del museo nazionale oggi di competenza diretta della Regione.
Dall’Ottocento a oggi sono state numerose le trasformazioni che hanno interessato la struttura dell’edificio. Durante la Seconda Guerra Mondiale, l'allora direttrice Jole Bovio Marconi, trasferì tutto il materiale custodito presso la struttura del convento di San Martino delle Scale; un intervento che permise la tempestiva preservazione della collezione dai bombardamenti. Dopo la Guerra, il recupero architettonico dell’edificio venne affidato all'architetto Guglielmo De Angelis D'Ossat.
L'8 luglio del 2009, il museo venne chiuso per permettere i lavori di restauro e riammodernamento; ha recentemente riaperto i battenti per permettere la visita degli spazi espositivi intorno al cortile minore e al chiostro.
Al pian terreno, è collocata la vasta collezione dei reperti rinvenuti durante gli scavi marini; materiali che facevano parte del carico delle navi come lucerne, anfore e iscrizioni, dalla cultura punica fino all’epoca romana.
Alla sezione fenicio-punica appartengono due grandi sarcofagi del V secolo a.C., provenienti dalla necropoli di Pizzo Cannita; vi sono anche sculture di divinità fenicie e stele votive, tra cui l’edicola funeraria di Lilibeo.
All'area archeologica di Selinunte appartengono il frontone orientale del Tempio C, la celebre Metopa con Europa rapita, sculture d’età arcaica e classica, e la Tavola Selinuntina che celebra la ricchezza della città.
In un altro ambiente sono custoditi i reperti provenienti da Himera, tra cui le gronde leonine del Tempio della Vittoria, che, a lavori ultimati, verranno collocate assieme al frontone del Tempio C di Selinunte presso il Terzo Cortile. Altre sale raccolgono oggetti e sculture provenienti da Solunto, Megara Hyblaea, Tindari, Camarina ed Agrigento. Tra le opere di maggior rilievo, si trova il grande Ariete di bronzo del III secolo a.C. che occuperà un posto d’onore al primo piano. Impossibile non citare anche l'Eracle che abbatte la cerva, e una copia romana in marmo del Satiro versante di Prassitele.
L'epoca romana è rappresentata da sculture e mosaici delle ville di Piazza Vittoria a Palermo, nei cui pressi è stato identificato il foro.
Alcuni spazi del Museo Salinas, ospitano i numerosi reperti della storia preistorica di Sicilia, come ad esempio quelli ritrovati presso le Grotte dell’Addaura.
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Autore | Enrica Bartalotta