Alla scoperta dei misteri delle stelle.
- Museo della Specola di Palermo, un luogo unico nel suo genere.
- Un viaggio nei due secoli di vita dell’Osservatorio della città.
- La collezione nei locali dell’antica Specola, fondata nel 1790.
Ci sono luoghi di Palermo poco conosciuti, dei quali non si parla spesso, che tuttavia hanno moltissimo da raccontare. Luoghi che rivelano il passato della città ma, in fondo, anche il suo presente. Non tutti, ad esempio, sanno che la città ha un suo Museo della Specola, che si trova nella Torre Pisana del Palazzo Reale. Si tratta, indubbiamente, di un museo atipico. Non è nato da un progetto museale o divulgativo, ma si può dire che si sia costituito da sé. Si tratta di un patrimonio di materiali storici che è stato musealizzato e reso fruibile, rimanendo proprio lì, dove si è costituito, cioè nei locali dell’Osservatorio. Convive ancora con la ricerca: il fatto di aver mantenuto la stessa ubicazione lo rende un bene culturale molto prezioso. E non finisce qui: all’interno vi è la memoria dei luoghi, con testimonianze di un’attività pluricentenaria.
Museo della Specola di Palermo: cosa vedere
Il Museo della Specola di Palermo comprende una ricca collezione di strumenti astronomici, oltre a orologi, strumenti meteorologici e topografici, apparati di fisica e geomagnetismo. Gioiello della collezione è il celebre Cerchio di Ramsden, strumento unico per tipologia e qualità, col quale Giuseppe Piazzi scoprì il primo asteroide, Cerere, nel 1801. Questo è stato restaurato e ricollocato nella sua posizione originaria, nella stanza circolare.
La galleria degli strumenti mobili accoglie invece le vetrine originali, disegnate da Leon Dufourny, che contengono gli strumenti portatili, insieme a vetrine moderne con strumenti di datazione più tarda. Tra questi ci sono anche gli strumenti appartenuti al Principe Giulio Tomasi di Lampedusa, che corredavano il suo osservatorio privato nella villa ai Colli, appena fuori Palermo. E c’è ancora altro da vedere.
La Sala Meridiana e il grande telescopio
La sala meridiana del Museo dell’Osservatorio di Palermo in stile neogotico, con le ‘boiseries’ disegnate da Giovambattista Filippo Basile, ospita un Cerchio meridiano di fabbricazione tedesca risalente alla prima metà dell’Ottocento. Infine, nella sala del rifrattore si trova il grande telescopio equatoriale Merz, anch’esso risalente alla metà dell’Ottocento, di recente restaurato, con il quale Pietro Tacchini, tra i primi in Italia, eseguì importanti studi spettroscopici sul sole a partire dal 1871. Correda la collezione una galleria di ritratti di astronomi, alcuni dei quali eseguiti da Giuseppe Velasco ai primi dell’Ottocento. L’Osservatorio include anche una Biblioteca storica, che conserva pregevoli antichi testi, e l’Archivio storico con le sue preziose carte.