Dalla Sicilia a New York, due realtà diversissime unite dall’arte. Il Metropolitan Museum of Art di New York e il Museo archeologico regionale Antonino Salinas di Palermo seppur lontane geograficamente sono collegate da un accordo di collaborazione recentemente siglato tra le due istituzioni. Il progetto si pone come obiettivo quello di creare un dialogo tra il MET e il museo siciliano nel segno dell’archeologia.
Nel recente accordo (annunciato lo scorso 11 maggio) è previsto lo “scambio” temporaneo di alcuni degli antichi capolavori conservati nelle due sedi: un’operazione a lungo termine fondata sull’intento di mantenere vivo il rapporto tra le due istituzioni, garantire la circolazione delle idee e non ultimo consentire a studiosi, studenti e appassionati di archeologia di ammirare reperti antichi altrimenti conservati a migliaia di chilometri di distanza.
I tre manufatti del Salinas che saranno conservati al Metropolitan di New York per i prossimi tre anni sono: una metopa in pietra (elemento architettonico tipico dell’epoca greco-romana) risalente al 480-470 a.C., un altare in terracotta del V secolo a.C., e una lampada in marmo scolpito del VI secolo a.C. Si tratta di elementi archeologici provenienti da Selinunte, l’antica città coloniale greca in Sicilia, sede dell’omonimo parco archeologico e simbolo della collaborazione tra la Regione Sicilia e gli Stati Uniti, visto che alcune campagne di scavo furono condotte grazie agli esperti del New York University Institute of Fine Arts.
Per tale ragione il Dipartimento di Arte Greca e Romana del Metropolitan ha prestato al museo siciliano una serie di eccezionali brocche cipriote: si tratta di oggetti risalenti al 750-600 a.C., ricchi di simbologie sacre ed elementi decorativi riconducibili alla cultura assira e fenicia.