Nel porto di Catania il più grande murales del mondo. All’interno del porto di Catania si trovano 8 enormi silos granari in cemento, costruiti nel 1964, che si rivolgono imponenti verso il mare. Da qualche tempo tali gigantesche costruzioni sono diventate lo sfondo di uno dei più grandi allestimenti di Street Art mai realizzato nel mondo. L’imponente opera, un murales di mt. 30,2×64, quasi 2.000 metri quadrati, è stata ideata dal ventisettenne portoghese Alexander Farto in arte Vhils, uno tra i più famosi esponenti della Street Art internazionale.
L’opera una volta realizzata, è stata definita “il più grande sguardo sul mare”. L’enorme murales di Vhils infatti rappresenta il volto di un uomo che scruta l’orizzonte verso oriente, un simbolico segno di accoglienza rivolto a tutti i popoli collegati alla Sicilia dal mare. Un ponte ideale verso la Grecia, Cipro, la Turchia, l’Egitto, la Siria, la Giordania, Israele, il Libano. Lo sguardo benevolo e rassicurante dell’uomo raffigurato dall’artista portoghese, simboleggia l’unione ideale, il continuum, la vicinanza che lega tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo. A seguito del successo ottenuto con questo murales, in futuro verrà realizzato in Libano un secondo ritratto che “guarderà” l’uomo dei silos del porto di Catania.
In un’era in cui gli egoismi hanno costruito alte barriere, l’opera di Vhils, con grande sensibilità, supera i limiti geografici ed offre spunti di riflessione su come l’uomo, quando riesce a guardare lontano, oltre al presente, annulla le distanze. L’ente porto di Catania ha inoltre aperto le porte ad altri artisti di Street Art di fama internazionale che hanno lavorato su altri 8 silos presenti all’interno della struttura, reinterpretando i miti e le leggende di Catania e della Sicilia.
OKUDA (Spagna) ha realizzato “La bella di Bellini” con cui ha reso omaggio al grande compositore etneo; ROSH333 (Spagna) ha dipinto “Oraculo” che rappresenta Vulcano che dalla sua fucina ubicata sotto l’Etna si proietta verso il cielo; MICROBO (Italia) giovane artista catanese ha interpretato “Il moto perpetuo di Scilla e Cariddi”; BO130 (Italia) ha dipinto “La storia non scritta di Colapesce”; VLADY ART (Italia) ha affrescato “I barattoli” con sirene e minotauri; DANILO BUCCHI (Italia) ha realizzato il “Minotauro”; ed infine il duo INTERESNI KAZKI (Ucraina) ha messo a punto un’opera denominata “Triskelion e La fuga di Ulisse da Polifemo”.
Non possiamo che complimentarci con chi ha ideato e promosso questa brillante iniziativa che dimostra come l’arte e la creatività, quando sono sapientemente utilizzate, riescono a creare bellezza ed a donare una seconda vita anche a dei reperti di archeologia industriale di scarso valore architettonico che “coloro che non sanno guardare lontano” avrebbero volentieri abbattuto.