Il nome di Nino Brocato è ben noto a Cefalù. Il suo ricordo continua a mantenersi vivo, legato a quelle storie di mare che caratterizzano la Sicilia: storie fatte di tradizione, sacrifici, sapienza e anche coraggio. Nato a Cefalù nel 1931, fu il primogenito di 8 figli. Suo padre faceva il pescatore e lui, fin da piccolo, fu attratto dal mare. Ai figli raccontava che il suo battesimo del mare era avvenuto alla tenera età di tre anni, quando, eludendo la sorveglianza della madre, si andò a buttare nelle acque della marina. Iniziò a fare il pescatore all’età di 12 anni, seguendo le orme del padre, tra le onde del mare di Cefalù, che amava tanto. Prima di partire per il servizio militare nella Marina, sposò Tecla Miceli. Una volta tornato, prese le redini dell’attività di famiglia, perché il padre dovette ritirarsi. Dall’unione di Nino e Tecla nacquero 5 figli, due dei quali seguirono le orme del padre.
Insieme al fratello Rosario, Nino Brocato fu a capo di due motobarche e continuò ad andare a pesca con la sua barchetta nel tratto di mare antistante la bellissima spiaggia di Settefrati. Più volte comparve in tv, in trasmissioni come Linea Blu: raccontava il suo mare, quello che l’aveva fatto diventare protagonista della tradizione marinaresca di Cefalù. Nel 1951 fu testimone del celebre salvataggio di 5 pescatori palermitani: il peschereccio “Franco” era affondato nelle acque di Sant’Ambrogio e i pescatori vennero salvati dalle acque della Caldura. Nino Brocato è morto il 18 maggio del 2014: l’amministrazione comunale di Cefalù gli ha dedicato i locali di Porta Pescara con una targa e un quadro. Il Giornale di Sicilia lo ha definito “l’ultimo pescatore-eroe“.