Il quadro investigativo del caso Noemi Durini è parecchio complicato. Nel lavoro degli inquirenti si è abbattutto il ciclone degli accertamenti disposti dal ministero della Giustizia e dal Csm per verificare se il tribunale dei minori di Lecce abbia vagliato tempestivamente le denunce della mamma di Noemi, che chiedeva l'allontanamento del fidanzato. La segnalazione è stata fatta prima dell’estate, a luglio il tribunale dei minorenni ha chiesto una relazione ai servizi sociali del comune di Specchia, che è stata inviata nello stesso mese. Il 31 agosto dal tribunale è partito un provvedimento di affidamento di Noemi ai servizi sociali e al Sert, che è giunto a destinazione il 5 settembre, quando la ragazzina era già morta.
Il provvedimento sarebbe servito a disporre un aiuto per la 16enne, e forse avrebbe potuto salvarla. Il sindaco di Specchia, Rocco Pagliara, ha chiesto ai servizi sociali il fascicolo su Noemi e ha chiarito che "la nostra assistente sociale ha ricevuto a luglio una richiesta di relazione sulla situazione della famiglia dal yribunale dei minori e l’ha evasa nello stesso mese, dopo aver ascoltato la ragazza e anche la madre". Il documento è poi arrivato al magistrato, che il 31 agosto ha emesso un provvedimento di affidamento della sedicenne ai servizi sociali e al Sert. Al vaglio degli inquirenti, però, ci sono anche le denunce che la famiglia del ragazzo ha presentato allo stesso tribunale contro Noemi, accusata di atti persecutori.
Intanto proseguono le indagini sull’omicidio. Innanzitutto quelli relativi alle complicità, a partire da quella presunta del padre ma anche di altri componenti della famiglia. L’automobile con cui il 17enne all’alba del 3 settembre è andato a prendere Noemi a casa della madre ed è stata sequestrata dopo il ritrovamento di tracce di sangue all’interno. Le modalità dell’omicidio invece potranno essere chiarite solo dopo l’autopsia, che sarà effettuata lunedì. Sul corpo della ragazzina sono presenti segni di pietre (spiegabili anche con il fatto che era sepolto da pezzi di un muretto a secco) e tagli, che il giovane ha dichiarato di avere effettuato con un coltello ma potrebbero anche essere stati provocati da animali.
Il fidanzato è stato trasferito in una località protetta, in considerazione del pericolo che potrebbe correre in carcere, visto che già all’uscita della caserma di Specchia – mercoledì sera – è stato sottratto al linciaggio.