Una mamma e un papà hanno costretto il figlio di appena 11 anni a fare sesso a tre con loro per dimostrare al ragazzino di non essere gay. Per questo motivo i genitori, una coppia britannica, sono stati condannati complessivamente a 15 anni di carcere. La vittima, adesso maggiorenne, avrebbe svelato già nel lontano 1998 cosa i genitori lo costringevano a fare, ma gli investigatori non gli avevano creduto. Soltanto adesso, a 30 anni, ha ottenuto giustizia.
A margine della sentenza di condanna, il pubblico ministero ha descritto alla corte come, nel tentativo di "prendersi cura del bambino", i coniugi avevano iniziato "una routine di umilianti abusi sessuali" da quando il ragazzino aveva 11 anni. Abusi che sarebbero stati perpetrati con la volontà di "tenerlo sulla traiettoria dritta e giusta", seguendo la "paura irrazionale" della coppia che il figlio fosse omosessuale. Il padre, condannato per accuse di crudeltà sui minori e atti indecenti con un bambino, avrebbero costretto il ragazzino a "succhiare" i capezzoli della matrigna, per insegnargli l’approccio con le donne.
"È stato un processo lungo e ho provato prima a urlare la verità. Avevo 16 anni e non sono stato creduto, sono passato per bugiardo. Molti mi chiedono perché ho agito adesso. Non ne avevo il coraggio, ero terrorizzato. Spero che la mia storia raggiunga quante più persone possibili. Non sono il primo e non sarò neanche l’ultimo", ha detto la vittima durante il processo.