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Nunzio Bruno, scalatore messinese di 42 anni, ha raggiunto la vetta dell’Ojos del Salado, tra Cile e Argentina. Un’impresa da record, con la conquista del vulcano più alto del mondo (6.891 metri).

Nunzio Bruno scala l’Ojos del Salado

Il 42enne messinese prosegue nel suo progetto “In cima con ME“. L’Ojos del Salado è un vero e proprio gigante della natura e rappresenta una delle vette più alte del mondo (come vulcano, detiene il record di altezza).

“Ho rischiato tanto ma il pensiero di dovercela, ma forse non potercela fare, è stato più forte e mi ha salvato”, spiega Nunzio Bruno. “Questa scalata, a differenza di altre, è molto selvaggia, nel percorso iniziale non esistono né strutture né campi, nessun tipo di aiuto”. Il contesto è quello di un deserto, in cui non c’è nulla per oltre 5 ore di tragitto in jeep.

“All’inizio – racconta ancora Bruno – eravamo in quattro, due guide e un ragazzo proveniente dal Kuwait, che ha abbandonato dopo un’ora. Superati i 5.500 metri abbiamo continuato a piedi e dovuto affrontare forti raffiche di vento, ghiaccio e neve fresca fino al ginocchio”.

“Più volte ho pensato di mollare, ma a circa 100 metri dalla vetta ho cercato di velocizzare, avevo una tosse fortissima e respiravo male, arrivato in vetta respiravo a malapena, la guida ha riscontrato in me un principio di edema polmonare, ho preso subito una pillola, poi il tempo di lasciare in cima la bandiera siciliana, che porto sempre con me, e sono sceso”.

Adesso Bruno si trova ancora in Argentina. Dovrà effettuare alcuni controlli medici e recuperare le condizioni fisiche ottimali per la prossima tappa, cioè l’Himalaya. Manca ancora una data. Prima di questo successo, con la conquista della vetta dell’Ojos del Salado, aveva tentato un’altra scalata: la salita sull’Aconcagua (6.961 mt), una delle sette montagne più alte del pianeta.

Dietro le imprese di Nunzio Bruno c’è il progetto “In cima con ME“, dedicato alla sua mamma, che soffre da alcuni anni di SLA. “È una sfida con me stesso ma ha un grande valore sociale perché poniamo l’attenzione sulle malattie neurodegenerative di cui soffrono molte persone, e se ne parla poco”, conclude lo scalatore messinese.

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