Emergono tesori dall’area archeologica siciliana.
- Quattro nuove scoperte a Selinunte, nell’area del Tempio R.
- Studenti e archeologi americani e italiani hanno portato alla luce preziose testimonianze.
- Il rinvenimento più importante è una piattaforma, probabilmente un altare.
Le aree archeologiche siciliane non smettono di restituire preziose testimonianze del passato. Raccontano la storia e le dominazioni della nostra terra, aggiungendo nuovi dettagli a ciò che già sappiamo. I ricercatori della New York University e dell’Università Statale di Milano sono stati protagonisti di quattro nuove scoperte a Selinunte, nell’area del Tempio R. La missione, guidata dai professori Clemente Marconi, Rosalia Pumo e Andrew Ward, ha portato alla luce parte di una piattaforma monumentale su due livelli. Questa, collocata davanti la fronte principale del Tempio R (datato 570 a.C.), il più antico della città, serviva molto probabilmente a ospitare l’altare principale del tempio. Una testimonianza storica di due fasi diverse della città. La piattaforma più bassa risale agli anni di costruzione del Tempio, mentre quella più alta sarebbe datata al V secolo.
Le nuove scoperte a Selinunte: i dettagli
Tra i reperti ci sono anche due punte di lancia bruciate, ritrovate incrociate. Era tipico dei culti femminili avere dediche di armi e il ritrovamento davanti al Tempio, dedicato a una dea, non è casuale. Trovato anche un grosso corno di capra, testimonianza di un importante sacrificio alla divinità. Il quarto reperto trovato è un frammento di una statua in marmo di Paros di dimensioni naturali. È un ulteriore pezzo del braccio di un kouros, statua maschile con funzione votiva: già 4 anni fa era emerso un frammento dell’avambraccio. È la prima occasione in cui, a Selinunte, si scopre una statua di questo tipo in marmo, a grandezza naturale. È probabile che sia stata smembrata nel IV secolo, per utilizzarne i frammenti come calce o riempimento ellenistico. Le nuove scoperte a Selinunte testimoniano ulteriormente l’importanza della città siciliana: era una delle cinque città del mondo greco che più hanno investito nella costruzione di templi tra età arcaica e classica. Foto: Franck Manogil – CC Attribution 2.0 Generic.