Categorie Prodotti

Olio, i ricordi di Manfredi Barbera: “Quando mio nonno mi vedeva sfaccendato e mi diceva ‘scupa’ (spazza)”

L’odore delle olive entrò nei suoi polmoni quando aveva appena cinque anni e da allora non ha smesso di scorrere nelle sue vene. Era un pomeriggio d’autunno quando suo nonno Manfredi con la sua fiammante 1100 lo portò a fare una passeggiata nelle campagne palermitane. Manfredi Barbera, alla guida dell’azienda di famiglia Premiati Oleifici Barbera, ricorda il suo battesimo fra gli uliveti della tenuta di San Lorenzo ai Colli. E non fa fatica a ripescare fra i ricordi di infanzia le passeggiate col nonno in autunno fra gli uliveti, gli uomini dalle mani nodose e dagli abiti consumati, e le sue prime estati al lavoro.

“La scuola chiudeva ed era diventata consuetudine fin dai 12 anni per me passare un mese in azienda a lavorare. Facevo le pulizie, stavo alla macchina dell’imbottigliamento, facevo le consegne e spesso venivo interrogato dal nonno sul magazzino dell’olio, mi dì chiedeva “che olio c’è nella cisterna 26? e guai a dargli una risposta sbagliata. Ero un po’ la mascotte dell’azienda, tutti i vecchi operai facevano a gara per portarmi in giro col furgone”. E poi? “Alla fine del mio mese di lavoro, arrivava la ricompensa, una sorta di cambio merce, una volta il motorino, una volta era un viaggio in Inghilterra, un’altra volta un motorino più potente”.

Andò avanti così almeno fino ai diciotto anni per Manfredi Barbera destinato a prendere il timone dell’azienda. “Ricordo ancora mio nonno Manfredi,  mio mentore, seduto al centro della sala di lavorazione su una sedia che osservava tutti mentre erano al lavoro e appena mi vedeva sfaccendato, subito mi allertava e mi diceva “scupa” (spazza per terra). Una cosa di cui oggi sono molto fiero, è di avere accompagnato tutti i vecchi dipendenti alla pensione e con qualcuno è anche rimasta la cara consuetudine di vedersi prima delle feste per scambiarsi gli auguri”.

Leggi anche

Sostenibilità, l’azienda olearia Barbera prima in Sicilia a ricevere il “Made green in Italy”

Manfredi, detto junior, rappresentante della quarta generazione della famiglia, ha raccolto l’eredità di famiglia dal padre, detto Renzino, dalla personalità eclettica e geniale, “che però amava di più l’arte e la cultura grazie all’influsso della famiglia di mamma Carolina Natoli”. Parole e olio sulla tavola quotidiana dei Barbera. Oggi l’azienda continua a essere leader del settore nel mercato. Manfredi junior che al nonno assomiglia nell’aspetto e nel carattere, ha acquisito le quote dell’azienda di alcuni parenti e ha messo mano alla fabbrica in chiave moderna, coniugando la passione e l’amore per la tradizione con l’apertura a tutte le opportunità offerte dalla tecnologia moderna, tendendo principalmente al perfezionamento della qualità ed alla internazionalizzazione dell’azienda.

Al figlio Lorenzo, quinta generazione, Manfredi ha dedicato il primo olio denocciolato: “Lorenzo n°5”, frutto della gustosa cultivar Nocellara del Belice, nominandolo testimonial di uno dei prodotti più pregiati. "Per fare un olio come il mio è necessario prima scegliere gli uomini, poi i terreni e poi le olive". Parole di Manfredi Barbera,  che ha selezionato le zone più adatte alla coltivazione degli ulivi per caratteristiche microclimatiche, altitudine, tipologia dei terreni, esposizione, soprattutto nella parte occidentale dell'isola, tra le province di Trapani, Agrigento e Palermo, che producono numerose cultivar autoctone, dalla Nocellara alla Biancolilla, dalla Cerasuola all'Ogliarola, nonché altre varietà minori locali.

Staff Siciliafan