Un dialogo con la propria coscienza, ma anche tra un padre e un figlio. Per lanciare un grido di rabbia sull’umana violenza e contro la mafia, facendo un bilancio su ciò che si è fatto e si farà per combattere il male.
È il valore dei pensieri da dovere mettere umanamente in pratica che emerge in “Bomba”, il nuovo video del cantautore e compositore palermitano Carlo Di Vita, leader del gruppo musicale Tamuna, che vede la partecipazione straordinaria del figlio Bruno Carlo Di Vita.
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Girato da Alessandro Vancardo tra Capaci e Palermo, rispettivamente nei luoghi delle stragi del 1992, dove morirono i giudici Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e i poliziotti che facevano loro da scorta, “Bomba” – scritto e composto dallo stesso Carlo Di Vita – è uno sfogare la propria sofferenza interiore, affiancati dalla propria coscienza, pronta a rimproverare, ma anche a proteggere. Suggestivo da questo punto di vista, il dialogo contenuto nel testo, che altro non è che il confronto tra un padre e un figlio.
«Nudo sulla propria terra – dice Carlo Di Vita – il protagonista la sfiora e si tormenta perché questa, madre fonte di energia, è capace di tradire e di produrre orrori. La danza è un inno alla vita e al suo cambiamento. Il tutto è immerso in un meraviglioso paesaggio siciliano fatto di mare, di sole, di vento e di terra. Terra bruciata dal sole, ma anche terra bagnata da lacrime e sangue».
Il brano è stato registrato da Riccardo Piparo e mixato negli studi di Lab Music e Cantieri 51.
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