News

‘Opificio Gibellina’, il progetto di Tenute Orestiadi: Arte e Vino per generare Futuro

Con Opificio Gibellina, si rinnova l’antico legame della città belicina e l’Arte contemporanea, promuovendone le finalità di sviluppo e di responsabilità sociale d’impresa. Cinque gli artisti coinvolti nella realizzazione di cinque opere per altrettante etichette.

 ‘Opificio Gibellina’, il nuovo progetto di Tenute Orestiadi

A Milano, la presentazione del nuovo Progetto di Tenute Orestiadi con la direzione di Stefano Pizzi e la partecipazione di alcuni artisti collegati all’Accademia di Belle Arti di Brera. Rappresentare il territorio di Gibellina, un luogo di rilevanza nazionale e internazionale per l’arte contemporanea, attraverso la creatività delle etichette delle bottiglie. È questo l’obiettivo di Opificio Gibellina, nuovo Progetto creato da Tenute Orestiadi con la direzione di Stefano Pizzi, che dedica un’opera d’arte, unica e straordinaria, a ciascuna delle sue bottiglie speciali da 12 litri, trasformandole così in originali espressioni creative.

La presentazione del progetto

Opificio Gibellina sarà presentato ufficialmente il 21 novembre 2023 presso Identità Golose, l’hub internazionale della gastronomia e delle arti culinarie, ubicato nel cuore di Milano. All’evento interverranno fra gli altri: l’Amministratore di Tenute Orestiadi Rosario Di Maria, il responsabile delle relazioni esterne dell’Accademia di Belle Arti di Brera Stefano Pizzi e gli artisti impegnati nel progetto: Nicola Salvatore, Gaetano Grillo, Enzo Esposito e Pietro Coletta.

Leggi anche

Vino: un vigneto del Mediterraneo a Gibellina nel segno di Ludovico Corrao

Chi sono gli artisti coinvolti

Gli artisti impegnati nel progetto, oltre allo stesso Pizzi, sono Gaetano Grillo, Nicola Salvatore, Pietro Coletta ed Enzo Esposito. Con questo progetto si tende ad affermare la centralità del territorio della cittadina distrutta dal terremoto del 1968 nel Belìce, non solo come esperienza di produzione artistica e culturale, ma come luogo in cui vivere e sperimentare un modello di resilienza storica, di rinascita urbana e socio-economica. Un processo di ricostruzione in cui l’agricoltura, in particolare la coltivazione della vite e la produzione del vino, hanno segnato la scommessa di Gibellina sul suo futuro, all’insegna del continuo rinnovamento.

Leggi anche

Hermès sceglie Gibellina per lanciare la sua nuova collezione

Il (grande) potenziale di Gibellina

Una profonda testimonianza, quella di Opificio Gibellina, sul potenziale della città belicina come destinazione centrale dell’Arte contemporanea, nel quale poterne scoprire il più grande giacimento mai realizzato in Italia, tra opere sia esposte all’esterno sia custodite presso le due grandi istituzioni culturali locali: la Fondazione Orestiadi e il MAC, Museo d’Arte Contemporanea.

L’asta di beneficenza

Le cinque bottiglie, ciascuna con un’opera d’arte distintiva di Opificio Gibellina, saranno messe all’asta in un importante evento a Palermo. Il ricavato, generato dalla vendita all’asta, sarà devoluto a un’organizzazione con un forte impegno etico e sociale. Un’iniziativa che vuole quindi rappresentare la fusione tra le eccellenze dell’arte contemporanea, dell’enologia e dell’impegno sociale.L’asta di beneficenza si terrà all’inizio del 2024 in Sicilia, un luogo intriso di storia, arte e passione per la produzione vinicola. Per un progetto di valore etico e culturale che fonde arte, responsabilità sociale e vini straordinari.

 

Manuela Zanni