L’Orto Botanico di Catania si trova nel cuore della città. Quest’oasi rigogliosa è diretta dal Dipartimento di scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania.
Storia dell’Orto Botanico
La fondazione dell’orto botanico di Catania si deve al monaco bibliotecario benedettino Francesco Tornabene Roccaforte. Questi, nominato titolare della cattedra di Botanica nel 1843, ottenne dalla Deputazione della Regia Università di Catania, un terreno da destinare a tale scopo.
All’opera di realizzazione collaborarono sia il futuro rettore Carlo Gemmellaro sia Lorenzo Maddem, al quale dal 1845 vennero affidate le problematiche tecniche. L’orto botanico universitario, su progetto dell’architetto Mario Di Stefano, venne inaugurato nel 1858. Oggi si estende su una superficie di circa 16.000 m² a 75 m s.l.m., su suoli in parte di origine vulcanica (lave di epoca romana) e in parte alluvionali.
Cosa vedere all’Orto Botanico di Catania
L’area è suddivisa in Hortus Generalis, con dalla presenza di piante esotiche, ed Hortus Siculus, destinato alla coltivazione di specie spontanee siciliane.
Hortus Generalis
L’Hortus Generalis, in stile formale o all’italiana, è diviso da viali ortogonali in ventidue settori geometrici delimitati da larghi gradini in pietra calcarea da taglio; la regolarità delle forme è accentuata dalla presenza di tre vasche circolari, utilizzate per la coltivazione delle piante acquatiche.
L’edificio monumentale è stato realizzato in stile neoclassico dall’architetto Di Stefano con eleganti colonne ioniche e soffitti a cassettoni. Alle rigorose linee architettoniche fanno da contrappunto due maestose Dracaena draco, comunemente note come albero del drago. Nell’Hortus Generalis si possono inoltre ammirare la ricca collezione di palme e l’affascinante settore delle piante succulente.
Tepidarium
Il Tepidarium (grande serra) custodisce oggi oltre 160 specie vegetali tra piante ornamentali e di interesse alimentare come quella del caffè e della papaia. La vasca centrale ospita le delicate ninfee. La grande serra, voluta dallo stesso Tornabene, fu realizzata in ferro e cristalli ad imitazione della Serra Carolina dell’orto botanico di Palermo.
All’indomani della seconda guerra mondiale venne demolita (1958) a causa dei forti danni subiti durante i bombardamenti. È stata recentemente ricostruita, con la medesima struttura architettonica dell’originaria e inaugurata nel 2008. In prossimità del Tepidario si trovano due piccole serre destinate alla coltivazione delle piante succulente.
Hortus Siculus
L’Hortus Siculus, con la sua collezione di piante spontanee dell’isola, rappresenta un’oasi di tutela e conservazione di specie rare e a rischio di estinzione come la Zelkova sicula. In aree diversificate sono stati riprodotti alcuni ambienti tipici mediterranei (ambiente dunale, roccaglie, ambienti umidi, bosco, macchia) che ripropongono in piccola scala il paesaggio siciliano.
Fu realizzato nel 1865, grazie al lascito del catanese Mario Coltraro, che espresse la volontà di adibire l’area donata per la coltivazione delle specie della flora spontanea isolana. Da allora non è stata possibile alcuna ulteriore espansione del giardino scientifico a causa del rapido sviluppo della città.
Foto di Irene Maugeri e Pietro Pavone