Ottava edizione per Lampedus’Amore, il premio giornalistico in ricordo di Cristiana Matano, la giornalista di origine campana, ma siciliana d’adozione, prematuramente scomparsa l’8 luglio 2015 e che riposa a Lampedusa.
Un evento dedicato all’isola, ai suoi valori e a chi ha dedicato la propria vita per raccontarli. Lampedusa, ancora una volta, simbolo di umanità, cultura e diritti negati.
Tre giornate dedicate a giornalismo, impegno sociale, cultura, teatro, musica e mostre
Con tre giornate, dal 6 all’8 luglio, dedicate a giornalismo, impegno sociale, cultura, teatro, musica e mostre, torna a Lampedusa la manifestazione ideata dall’associazione OcchiBlu per celebrare l’isola e i suoi valori di accoglienza. Ospite d’onore l’attore Andrea Bosca, che aprirà la rassegna con lo spettacolo teatrale “La luna e i falò”. Sul palco anche il cantautore Ermal Meta e la cantautrice Marina Rei. In programma ci sono anche convegni, mostre e performance dedicate a storie di frontiera e migrazioni.
“Io l’ho sempre definito un percorso morale e sentimentale – spiega Filippo Mulè, presidente dell’associazione Occhiblu -. Quest’anno sul palco di Lampedusa ci sarà tanta qualità da punto di vista giornalistico, teatrale e musicale. Ci saranno convegni e mostre. Sarà una tre giorni ricca”. “Tre giorni in cui ricorderemo Cristiana, racconteremo storie di uomini e donne che ogni giorno si impegnano per il sociale, la bellezza ma anche le bruttezze della vita come le guerre, la triste situazione dei migranti e le tragedie nei mari”, continua Mulè.
Il tema di quest’anno è “il viaggio”
Il tema di quest’anno del premio, presentato al Teatro Massimo di Palermo, è “il viaggio”. Ad arricchire il programma, le mostre “L’eredità di Falcone e Borsellino” e “Il giornalismo che non muore”, in omaggio ai giornalisti siciliani uccisi dalla mafia, a cura di Ansa e Ordine dei Giornalisti di Sicilia. “Questo è un momento di incontro per ricordare l’amica, la collega e per parlare di temi importanti – dice Roberto Gueli, presidente ODG Sicilia -. Ricorderemo i colleghi che non ci sono più, scomparsi per avere svolto il loro lavoro con la schiena dritta come Mario Francese”.
Foto Ordine dei Giornalisti di Sicilia