Bronte è un comune di 19.424 abitanti della provincia di Catania, a 54 km in direzione nord-ovest dal capoluogo. Si estende alle pendici occidentali dell'Etna.
È un comune del Parco dell'Etna e del Parco dei Nebrodi.
Storia
Durante il medioevo sul territorio dell'odierno comune si trovarono 24 piccoli agglomerati appartenenti al monastero di Maniace. Per decreto dell'imperatore Carlo V del Sacro Romano Impero fu creata la città di Bronte nel 1520. Il paese, come Biancavilla, fu edificato e popolato dagli Arbëreshë dal XV secolo, subito dopo le prime diaspore greco-albanesi.
Bronte fu parzialmente danneggiata durante l'eruzione dell'Etna del 1651, mentre le colate delle eruzioni del 1832 e 1843 si avvicinarono ai territori di Bronte senza però raggiungere l'abitato. L'eruzione del 1843 è conosciuta soprattutto per la morte di 59 persone causata da un'esplosione che avvenne quando la lava invase una cisterna d'acqua. Questo è l'incidente più grave conosciuto nella storia delle eruzioni dell'Etna, che può essere direttamente associato con l'attività del vulcano.
L'ammiraglio britannico Horatio Nelson fu insignito del titolo di duca di Bronte nel 1799 da Ferdinando I delle Due Sicilie con una donazione significativa di terreni, fra cui il Castello e la chiesa di Santa Maria nei pressi di Maniace.
Durante il Risorgimento, la città fu teatro di un episodio controverso, noto come la Rivolta di Bronte. L'8 agosto del 1860, i contadini di Bronte, capeggiati da Nicola Lombardo, si ribellarono occupando le terre dei latifondisti, dando credito alle promesse di equa ripartizione delle terre da parte di Garibaldi. La rivolta fu soppressa da Nino Bixio mediante una rappresaglia (Strage di Bronte).
Di grande prestigio nazionale ed internazionale godono i pistacchi di Bronte alle pendici dell'Etna, tutelati dal marchio DOP "Pistacchio Verde di Bronte". Questo frutto trova qui un terreno ad altissima vocazione, che riesce ad esprimere un prodotto ricercato tra i gastronomi di tutto il mondo.
La coltivazione e la produzione di pistacchio rappresenta per Bronte un importante fonte di reddito, tanto da essere soprannominato l'"Oro Verde", non solo per il suo alto valore commerciale, ma anche perché poche regioni al mondo (tra Iran, Israele, Turchia e California) possono vantare un'effettiva produzione di pistacchio paragonabile a quella di Bronte. La città di Bronte ha saputo sfruttare questo vantaggio, infatti nel suo territorio si contano oltre 1000 produttori, la maggior parte con appezzamenti di circa 1 ettaro cadauno, nonché qualche grosso produttore con un multiplo di ettari. Il frutto raccolto viene in genere smallato ed asciugato ad opera del produttore stesso, che poi vende il suo pistacchio in guscio alle aziende esportatrici (circa l'80% viene esportato all'estero, mentre il 20% trova impiego nell'industria nazionale). Vi sono circa una decina di aziende della lavorazione del pistacchio in concorrenza fra loro, alcune ottimamente attrezzate e tecnologicamente avanzate, che si occupano della lavorazione successiva e della commercializzazione.
Complessivamente l'"Oro Verde" produce annualmente una ricchezza di circa 20 milioni di euro e costituisce l'1% della produzione mondiale.
Inoltre a Bronte si producono un'infinita varietà di prodotti derivati dalla lavorazione del pistacchio come il famoso "pesto di pistacchio", il gelato al pistacchio, i biscotti di pistacchio, la crema di pistacchio e molti altri. Entra nella composizione della torta Fedora
Ogni anno a fine settembre si svolge in alcune piazze e vie del centro storico di Bronte la Sagra del Pistacchio, dove vengono realizzate curiose ambientazioni tipiche dell'antica civiltà contadina (arti e mestieri vengono riproposti grazie ad oggetti dell'epoca). Nel corso della Sagra si possono assaggiare ed acquistare i prodotti ottenuti con la lavorazione del pistacchio e i frutti stessi. Ogni anno l'evento attira migliaia di turisti provenienti anche dall'estero.
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