L’edificio nel cuore della città di Palermo.
- Palazzo Branciforte, uno scrigno prezioso di storia.
- Sono tanti i motivi per i quali le sue architetture hanno un profondo legame con la città.
- Scopriamo la sua storia e quella del Monte di Santa Rosalia, antico Monte dei Pegni.
Nel cuore del centro di Palermo, camminando per i vicoletti che arrivano fino il mare, ci si imbatte in un edificio che identifica profondamente la sua storia con quella della città. Oggi, questo complesso racchiude passato e presente, dopo importanti interventi di restauro iniziati nel 2007 e affidati all’architetto di fama mondiale Gae Aulenti. Antico e moderno convivono alla perfezione, lasciando vivo il ricordo dell’antico Monte dei Pegni, che qui ebbe sede. Ci troviamo a Palazzo Branciforte, un luogo iconico e ricco di aneddoti da rivelare. Scopriamo insieme perché.
Palazzo Branciforte e la sua storia
Il nucleo originale del palazzo, l’edificio, fu costruito probabilmente alla fine del Cinquecento. Il legame con la città ebbe inizio fin da quando, nel XVII secolo, vi dimorò la famiglia di Nicolò Placido Branciforte Lanza, Conte di Raccuja. Furono i suoi eredi ad avviarne l’ampliamento, inglobando la strada antistante. Nel secolo seguente, Palazzo Raccuja, chiamato anche di Pietraperzia o Butera, era una sontuosa dimora patrizia. Nel 1801, il Governo propose alla famiglia Branciforte di concedere l’intero edificio, per un canone annuo di circa 400 onze, al Senato Palermitano, per farne la nuova sede del Monte della Pietà per la Pignorazione.
Ben presto una parte del Palazzo Branciforte fu destinata alla sezione povera dei beni non preziosi, per il prestito su pegno di seteria e biancheria, prima, e oggetti in rame e bronzo, poi. La filiale venne chiamata “Monte di Santa Rosalia”, ma per molti era nota come “Panni Vecchi“, in riferimento ai contenuti. L’esplosione di una bomba, nel gennaio del 1848, portò la prima radicale modifica anche all’interno dell’edificio antico. I restauri non ripristinarono i solai crollati, unificando in altezza gli ambienti della seconda e della terza elevazione dell’edificio.
Le sale in cui si conservavano gli oggetti vennero dotati di strutture e scaffalature lignee a tutta altezza, con scale e palchetti che creano un insieme di ambienti fascinosi. Un raro esempio di composizione architettonica lignea. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, la struttura subì numerosi nuovi danni, a causa dei bombardamenti. Il Palazzo continuò a ospitare l’attività di credito su pegno di non preziosi, fino alla fine degli anni Ottanta, quando divenne sede della Fondazione Chiazzese, dell’Archivio Storico e della Biblioteca della Cassa di Risparmio. Nel maggio del 2021 il palazzo, del tutto restaurato, venne riaperto al pubblico, nella forma che vediamo oggi. Ecco cosa c’è all’interno.
Il Palazzo oggi
Al piano terra ci sono le collezioni archeologiche e le maioliche. Al piano nobile sono custodite le collezioni filateliche, numismatiche e le sculture, insieme alla storica Biblioteca. Da qui si può inoltre accedere ai suggestivi ambienti del Monte di Santa Rosalia, raro esempio ancora esistente di composizione architettonica lignea, destinata ora ad ospitare mostre d’arte temporanee. In un’ala del piano terra di Palazzo Branciforte è allestita la Città del Gusto, la celebre scuola di cucina del Gambero Rosso, rivolta sia ad un’utenza professionale che al più ampio pubblico degli appassionati.