Nuova opera di street art a Palermo, nel quartiere dell’Albergheria. Si chiama “Con Passione” ed è stato creato da Igor Scalisi Palminteri: il murale, che si trova in vicolo dei Benedettini, affronta temi delicati e universali, come la depressione, ed è un simbolo di speranza e solidarietà. Nasce come segno di riflessione sulla fragilità umana ed è, al contempo, un omaggio alla memoria di una donna, Alessandra, e per questo pensato insieme a Giuliano, il suo compagno.
“È stato uno dei muri più difficili da affrontare – racconta Igor Scalisi Palminteri -, difficile inteso come sofferto, vissuto con passione e con compassione. Insieme a Giuliano lo abbiamo pensato e voluto fortemente. Più passavano i mesi, più capivamo che era un atto dovuto ma difficile al tempo stesso, perché si racconta la fragilità: la fragilità di un essere umano, di una donna in questo caso, una nostra amica e compagna, che abbiamo conosciuto e amato”.
“Nel raccontare la fragilità di Alessandra – prosegue l’artista – stiamo raccontando la fragilità di tante persone che cadono nel ‘buco nero’, come la definiscono Colapesce e Di Martino nel loro testo sanremese. Questo buco nero è qualcosa che da un momento all’altro può ingoiare chiunque. Nessuno si senta escluso. Nessuno può permettersi di giudicare uno stato di fragilità, quando senti di non farcela e non trovi motivi per alzarti la mattina. Grandi artisti e persone comuni sono caduti in questo buco nero. Nessuno ha un vaccino”.
Un’idea che si coniuga con quella della cura dei luoghi e, insieme, delle persone, della loro vita: “Combattere per la cura di uno spazio comune vuol dire prima di ogni altra cosa affermare l’idea che uno spazio pubblico non è ‘di nessuno’, ma ‘di tutti’. E quindi, come bene collettivo, merita la forma più alta di rispetto e dedizione”, è la premessa di Giuliano, compagno di Alessandra.
“Ma tale consapevolezza e pratica reale non è né semplice, né scontata e a volte si raggiunge in modo doloroso e lacerante, quando quello a cui teniamo di più ci viene a mancare irrimediabilmente. Questo progetto nasce dalla perdita drammatica di una compagna, di una figlia, di una sorella, di un’amica. E dal bisogno di ritrovare una dimensione possibile di esistere oltre la tragedia“.
“Alessandra – prosegue Giuliano – aveva una sensibilità senza difese, una passione senza difese. Per questo era ‘diversa’, nel significato più nobile di questa parola. Tanto forte quanto vulnerabile, come tutte le persone così intense da non conoscere vie di mezzo. La sua malinconia e la sua energia sono state raccolte da Igor per essere riconsegnate alla città attraverso la sua arte urbana. Un altro faro acceso su un luogo dimenticato, su una problematica abbandonata a se stessa come la fragilità psicologica“.
“Alle spalle del Palazzo Reale – spiega ancora Giuliano -, tra i vicoli del centro storico nel popolare quartiere dell’Albergheria, abbiamo scelto questo spazio. Dopo tanto inutile girare nelle zone ‘belle’ della città, ma non solo, ci siamo trovati in un posto che aveva davvero bisogno e proprio per ciò ci ha accolti. La scintilla in cui speravamo è scattata. Gli abitanti del quartiere, gli amici, i volontari, dopo il nostro arrivo si sono uniti per aiutare a pulire, a raccogliere immondizia, erbacce e siringhe. La condivisione è diventata solidarietà“.
Il murale ‘Con Passione‘ unisce la sua sensibilità artistica con la profondità emotiva che trasmette: raffigura il volto di Alessandra e ne cattura la sua essenza. Le sfumature di colore e i dettagli mettono in luce la passione e la complessità della sua anima, offrendo uno sguardo intimista sull’esperienza della vita. Igor Scalisi Palminteri, che coniuga il suo impegno nel combinare l’arte visiva con l’agire sociale, ha concepito questo murale come un mezzo per promuovere la sensibilizzazione sulla vita di uno dei quartieri più difficili di Palermo.
Il suo intento è quello di avviare una conversazione aperta sulla cura dei territori e, quindi, delle persone che li abitano, senza reticenze verso il disimpegno della istituzioni, incoraggiando la comunità a unirsi per sostenere coloro che lottano ogni giorno contro l’abbandono e il degrado.
“Questo è il motivo per cui sono stato convinto di raccontare la storia di Alessandra in un dipinto, in un luogo fragile come lo era lei, come lo siamo in fondo tutti noi, che è Ballarò e quell’angolo in particolare, un posto che ha bisogno di cura. Ho sentito in questi giorni di lavorazione la presenza delle cittadine e dei cittadini sensibili al tema della cura, che sono venuti a pulire un luogo che sembra non essere di nessuno a causa di un rimpallo di responsabilità tra Iacp e Comune di Palermo“.
Il risultato è che questo luogo è al buio e la sera e le ragazze e i ragazzi purtroppo lo vivono male, trovano un posto per ‘farsi’, per distruggersi. Io ringrazio le persone del quartiere che invece si sono prese cura di questo posto e spero possano prendersene cura ancora. Dobbiamo resistere all’assenza delle istituzioni che non compiono il loro dovere“.
Il quartiere Ballarò ha accolto il murale “Con Passione” come un simbolo di resilienza e compassione, un contributo per l’impegno alla costruzione di una comunità solidale e inclusiva.”Qui dove anni fa è apparsa su una parete la Santa Rosalia di Igor – afferma ancora Giuliano -, oggi, dopo l’incontro con una giovane donna testimone dell’umanità, il miracolo si è compiuto realmente. Questo luogo è tornato ad essere cercato. Discusso. Vissuto. E crediamo che non ci sia messaggio di rinascita e resistenza più forte dello spazzare via l’indifferenza come il peggiore dei rifiuti”.
“Un atto d’amore e di compassione. Lo stesso in cui Alessandra ha sempre creduto. Se un simbolo o un esempio si vorrà trarre da questa storia – prosegue Giuliano – dovrà essere quello che nessuna tragedia, nessun tormento, potrà mai cancellare tutta la bellezza e la grazia che ogni esistenza porta con sé e che continuerà a donare anche quando tutto sembra finito. Diversamente, saranno solo strumentalizzazioni e pregiudizi. Poi se la nostra iniziativa avrà veramente ‘un senso’ si potrà capire solo col tempo. È una lotta impari, lo sappiamo. Una battaglia inutile secondo molti”.
“Nella transitorietà di ogni cosa, l’immediatezza fa sembrare ordine e civiltà immutabili, ma non è affatto così. E come la vita e la cura di un luogo si possono giudicare sul serio solo nel lungo periodo, anche la memoria, come esercizio morale per essere autentica e attiva deve superare lo scontro con gli anni che si susseguono, con le nuove gioie e con i nuovi dolori, con lo scorrere inesorabile del tempo. Con la ‘dolce indifferenza del mondo‘. Se questa immagine così umana e così simbolica e questo spazio resisteranno con passione – conclude -, vorrà dire che lo sforzo di tutte le persone che hanno donato il loro tempo non è stato vano”.