La chiesa fu costruita intorno al 1260 e nel corso della sua storia fu oggetto di molte trasformazioni, testimoniate dalla varietà di stili in essa presenti.
Tra il XIV secolo e il XV secolo vennero realizzati i portali e le diverse cappelle in stile gotico e rinascimentale, tra cui la Cappella Mastrantonio, prima manifestazione del Rinascimento siciliano.
Nel XVII secolo l’interno della chiesa venne decorato con stucchi e affreschi di Pietro Novelli e la Cappella dell'Immacolata venne arricchita di marmi policromi.
Nel XVIII secolo i pilastri della chiesa vennero adornati con le statue delle Virtù francescane di Giacomo Serpotta.
Il 5 marzo 1823 l'edificio fu danneggiato da un terremoto. La chiesa venne restaurata secondo il gusto neoclassico. Nel XX secolo venne ripristinato l’aspetto originario della facciata con la ricostruzione del rosone andato perduto nel terremoto.
La facciata principale dell'edificio, di impianto gotico, presenta tre portali del XIV secolo. Il grande portale centrale è sormontato da un elegante rosone ricostruito nel XX secolo. Le navate laterali conservano ancora le bifore gotiche originali.
L’interno dell'edificio è composto dal vano basilicale, suddiviso in tre navate da archi acuti su pilastri, dall'abside maggiore quadrangolare e da sedici cappelle. Le navate laterali sono coperte ancora con le volte a crociera originarie, mentre la navata centrale è coperta dal soffitto a capriate realizzato dopo i restauri del XX secolo.
Fra le cappelle laterali, di notevole rilievo è la Cappella Mastrantonio (1468-1469), opera realizzata in collaborazione da Francesco Laurana e Pietro de Bonitate, che irrompe con le prime forme del Rinascimento siciliano in un clima ancora tardo gotico.
La chiesa, inoltre, custodisce diverse pregevoli opere d’arte.
Nella tribuna della chiesa si trova il monumento di Atanasio Speciale, realizzato nel 1473 da Domenico Gagini e nella Cappella del Sacro Cuore una scultura della Madonna del Soccorso, opera dello stesso artista.
Nella Cappella dei Genovesi si trova un San Giorgio che uccide il drago, altorilievo di Antonello Gagini realizzato tra il 1519 e il 1526.
La Cappella dell’Immacolata è decorata con marmi policromi seicenteschi. Le volte sono decorate a stucchi e affreschi da Pietro Novelli (prima metà del XVII secolo).
La chiesa è inoltre adornata da un ciclo di dieci statue raffiguranti le Virtù francescane (1723), considerate tra le opere migliori di Giacomo Serpotta[1]. L'"Umiltà", la "Fede", la "Mansuetudine", la "Modestia", la "Teologia", la "Carità", la "Verità", la "Fortezza".
Foto di Salvatore Di Blanda