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01Nell’estate del 2008 nella stessa zona di mare dove è stato rinvenuto il Satiro Danzante attribuito a Pressitele, dei pescatori rinvengono ad una profondità di circa 450 metri un reperto costituito da carte, alcuni mesi dopo viene rinvenuto un altro grosso fascicolo. Il tutto consegnato alla Soprintendenza del mare verrà successivamente trasferito presso i laboratori dell’Istituto Centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario di Roma dove saranno restaurate. Dopo anni di studio e ricerche i “Codici” verranno presentati Lunedì 29 giugno 2015 con inizio alle ore 9,30 presso l’Arsenale della Marina Regia di Palermo. Un ritrovamento unico nel suo genere che getta nuova luce sui commerci nel Mediterraneo. I tecnici che hanno esaminato i due “Codici” hanno rilevato che si tratta di pergamene non scritte, assemblate insieme per facilitarne il trasporto. In uno dei due è stati rinvenuto, piegata a soffietto, della dimensione di cm. 30 x cm 324, della pelle di razza, molto nota e apprezzata, ancora per ricoprire oggetti e mobili di valore. La datazione effettuata con il Carbonio14 li ha collocati nella seconda metà del 1700.

La Giornata di Studio dal titolo “I “Codici” venuti dal mare” è organizzata dalla Soprintendenza del Mare e dalla Biblioteca Centrale della Regione Siciliana. A presentare la manifestazione Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare, Gaetano Pennino, Dirigente Generale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Maria Cristina Misiti, Direttore dell’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Librario ed Archivistico di Roma, Antonio Purpura, Assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e Francesco Vergara Caffarelli, Direttore Biblioteca Centrale della Regione Siciliana”Alberto Bombace”. A seguire sono previsti gli interventi di Maria Teresa Tanasi, Responsabile del Laboratorio di Fisica dell’Istituto Centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario di Roma che parlerà su “I “Codici” venuti dal mare. Indagini diagnostiche mediante tecniche di imaging”, di Lucio Calcagnile, Professore Ordinario di Fisica Applicata e Direttore del Centro di Datazione e Diagnostica dell’Università del Salento che tratterà il tema: “La datazione dei codici del mare mediante spettrometria di massa con acceleratore”, di David Caramelli, Professore Associato di Antropologia del Dipartimento di Biologia del Laboratorio di Antropologia molecolare dell’Università di Firenze. Inoltre Bruno Zava e Giovanna Polizzi, della Wilderness studi ambientali, relazioneranno su “Galuchat o Shagreen: una meravigliosa tecnica di concia da dimenticare”, mentre Ignazio Lodato, della Biblioteca Centrale della Regione Siciliana”AlbertoBombace” interverrà su “Condizionamento e conservazione dei “Codici”del mare”. Inoltre in collegamento Skype Marina Bicchieri, Responsabile del Laboratorio di Chimica dell’Istituto Centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario di Roma parlerà su “Indagini in spettroscopia Raman sul Codice del Mare”,mentre in conclusione Flavia Pinzari, Katja Sterflinger, Guadalupe Piñar, rispettivamente ricercatore Centro di ricerca per lo studio delle relazioni tra Pianta e Suolo(CRA-RPS) Laboratorio di Microbiologia, Department of Biotechnology, Vienna Istitute of Bio Technology (VBT), Universiyy of Natural Resources and life Sciences, Vienna interverranno su “Indagini microscopiche e molecolari sui "Codici del Mare": i microrganismi come indicatori al servizio dell'archeologia”. Sarà presente Francesco Adragna, meglio noto come Capitan Ciccio, autore del ritrovamento dei “Codici del mare”.

Dichiarazione di Sebastiano Tusa, Soprintendenza del Mare

“Il ritrovamento, alcuni anni fa nello Stretto di Sicilia, di due “codici” costituì già allora un evento di grande importanza nel panorama della ricerca archeologica subacquea. Oggi, dopo un lungo e difficile percorso diagnostico e conservativo, si giunge alla loro esposizione al pubblico. E’ un grande successo per la Soprintendenza del Mare e per gli altri enti (Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario del Ministero per i beni e le attività culturali, CEDAD di Salerno, Università di Firenze e Biblioteca Regionale di Palermo) che hanno contribuito alla valorizzazione degli importanti reperti. E’ soprattutto il “codice” fatto di pelle di razza che costituisce una grande novità sia per il diverso assemblaggio dei fogli, ma, soprattutto, nella diversa natura della pelle. Si tratta, infatti, di pelle di una razza che vive esclusivamente nei mari del Sud America. Approfondendo l’analisi di questo singolare rinvenimento siamo giunti alla scoperta che trattasi di una pelle utilizzata soprattutto in Francia nel ‘700 per realizzare oggetti di lusso ed ornamento sia domestico che personale. E quello che i francesi chiamano “galuchat”. Ancora oggi le grandi e rinomate case di moda utilizzano tale pelle per la realizzazione di oggetti e abbigliamento di gran lusso. I due reperti provengono verosimilmente dal medesimo relitto che, a giudicare dalle datazioni effettuate, dovrebbe datarsi al XVIII secolo. Saremmo, pertanto, di fronte ad un vascello che, tra le altre mercanzie al momento ignote, trasportava anche questo prezioso materiale destinato ad alimentare il mercato del lusso di allora”.

Alfonso Lo Cascio