Un documento telematico che in vista del nuovo Piano regolatore, si pone di offrire al Comune la ‘mappa verde’ della città, per ricostruire la morfologia del territorio palermitano.
Un censimento del genere non si vedeva dal 1994, ma adesso, dopo ben vent’anni, le cose sono cambiate, e Palermo e la sua provincia necessitano di una nuova mappa, un documento più attendibile che indichi quali sono le nuove zone verdi urbane, ma anche quelle agricole e boschive ancora esistenti nell’area della famosa Conca d’Oro.
Un progetto messo appunto a costo zero dal C.I.R.I.T.A., ovvero il Centro Interdipartimentale di Ricerche sull’Interazione Tecnologia e Ambientale dell’Università pubblica di Palermo.
Il team, composto dal professore ordinario del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell’ateneo cittadino, Rosario Schicchi, e dai professori associati Giuseppe Bazan e Domenico Costantino, insegnanti di Botanica Applicata, Ecologia del Paesaggio e Urbanistica del Territorio, hanno deciso di fornire al Comune, di tasca propria, tutti gli elementi necessari volti a conoscere la nuova morfologia della città di Palermo e della sua provincia: dalle aree agricole ormai abbandonate della Conca d’Oro, fino agli agrumeti restanti nella Favorita.
Un progetto imponente e di importanza fondamentale per il territorio ma anche per l’Università degli Studi, che ha da poco ricevuto il via libera dall’Amministrazione Comunale per esaminare e rimodellare tutto il territorio comunale e oltre. «È un documento importante, propedeutico per capire quali interventi fare e in che modo realizzarli», dichiara l’Assessore alla Partecipazione Urbana, Giuseppe Gini.
Sono diverse le aree verdi, protette, naturali e di verde urbano che costellano le zone di città e provincia: dalla Riserva naturale orientata di Capo Gallo a quella di Monte Pellegrino, istituita nel ’96, passando agli spazi urbani di Parco d’Orleans e Giardino della Zisa, fino a Grotta Conza e alle innumerevoli ville del territorio, nonché all’Orto Botanico.
«Un documento fondamentale per la revisione del Piano regolatore generale – sostiene l’Assessore al Verde, Francesco Maria Raimondo – che si propone di implementare le aree naturali già protette, come parchi e riserve, assicurando il miglioramento della vivibilità della città.» Molti sono ad esempio gli alberi antichi e di pregio, ospitati tra i cancelli di Villa Garibaldi, il giardino cittadino inaugurato nel 1864, progettato tre anni prima dal Giovan Battista Filippo Basile, in un’area angustissima di circa un ettaro, immersa nel centro urbano.
All’interno dell’antico quartiere della Kalsa, tra le vie che costituiscono il quadrilatero di Piazza Marina, si alternano infatti imponenti ficus magnolia (tra cui l’esemplare più grande d’Europa), ad altre robuste sempreverdi, siepi floreali, e rarissime palme da dattero, che soffrono già da qualche anno per la soffocante mancanza di spazio.
Autore | Enrica Bartalotta